Legge del Buon Samaritano / In dieci anni recuperate oltre 2 milioni di porzioni di piatti pronti

 

 

Oltre 2.600.000 porzioni di piatti pronti, quasi 800mila kg di pane e quasi 900mila kg di frutta recuperati in 10 anni, quelli trascorsi da quando è entrata in vigore la cosiddetta “Legge del Buon Samaritano" che ha permesso la nascita del progetto Siticibo della Fondazione Banco Alimentare onlus grazie al quale sono state recuperate queste quantità di alimenti freschi e cucinati dalle mense, dalla ristorazione, dal catering e dalla grande distribuzione.
E' stato grazie a questa norma (Legge n 155, entrata in vigore il 16 luglio del 2003) promossa dalla Fondazione Banco Alimentare onlus e da Cecilia Canepa che è stato possibile avviare programmi di donazione e quindi di recupero degli alimenti in eccedenza della gdo e nella ristorazione.

La "Legge del Buon Samaritano" è stata pensata per incoraggiare le donazioni di cibo pronto e non consumato anche nell’ambito della ristorazione collettiva che altrimenti verrebbe gettato, e per facilitare l’attività delle organizzazioni che distribuiscono pasti e generi alimentari, agli indigenti, in modo gratuito. La norma equipara il “consumatore finale” alle Onlus che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita ai bisognosi sollevandole da tutti quegli adempimenti burocratici che, di fatto, complicano l’assistenza agli indigenti.
In pratica, le Onlus che recuperano cibo, per esempio, dalla ristorazione organizzata per consegnarlo alle persone indigenti non sono tenute all’osservanza delle norme sulla sicurezza dei prodotti alimentari, perché equiparate al consumatore finale.
Ciò non significa che, venendo semplificati gli obblighi normativi, vengano meno le buone prassi osservate per il trattamento dei cibi cotti e freschi. Anzi, l’individuazione e l’applicazione delle corrette procedure per il recupero di alimenti riveste di responsabilità ciascuno dei soggetti coinvolti, ma con una nuova e più alta veste morale che deriva proprio dalla libera e spontanea adesione alla cultura del dono e del recupero del cibo.

Una norma particolarmente importante se si osservano i dati dello spreco alimentare in Italia. Nel solo comparto della ristorazione il fenomeno dell’eccedenza alimentare è pari a 209,1 mila tonnellate l'anno di cui solo il 9,2% viene donato ad enti caritativi, ciò vuol dire che 189.9 mila tonnellate l'anno finiscono nella pattumiera (ricerca “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità 2012). Vi è quindi un enorme potenziale di eccedenza che ad oggi non viene donato a food bank o Enti caritativi.

A questa legge è stato dedicato un’incontro a Roma “Legge del Buon Samaritano: non sprecare cibo è possibile. Dall’Italia all’Europa”, organizzato in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, cui hanno preso parte il prof. Cesare Mirabelli e il dott. Mario Ciaccia (gli estensori della legge), la prof.ssa Angela Del Vecchio e il dott. Maurizio Rosi.

 

Comunicato Stampa Ministro Nunzia De Girolamo

Povertà alimentare, De Girolamo: trovate risorse per far partire fondo indigenti. Ora stimolare anche la filiera contro lo spreco di cibo

“Abbiamo 4 milioni di persone che soffrono di povertà alimentare nel nostro Paese, per questo credo sia importante aver finanziato nella legge di Stabilità il Fondo indigenti che ci consentirà di proseguire l’assistenza con pacchi e pasti. Per ora abbiamo sbloccato 5 milioni di euro per il 2014, che sono un primo passo, ma che ci consentiranno di avviare un meccanismo che non aveva risorse. Abbiamo bisogno, però, che anche le aziende e i privati siano coinvolti e facciano la loro parte. Li invito quindi a donare le eccedenze al Fondo per alimentarlo e alimentare così milioni di italiani in difficoltà. Allo stesso tempo sto approntando una proposta di sgravi fiscali che possa ulteriormente incentivare il recupero del cibo nella filiera alimentare. Dobbiamo creare un circolo virtuoso tra aziende, enti caritativi e Istituzioni che garantisca ai poveri l’assistenza di cui hanno bisogno. Non possiamo restare fermi, dobbiamo superare anche a livello culturale gli individualismi”.

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, è intervenuta al convegno organizzato dal Banco Alimentare a Roma “Legge del Buon Samaritano: non sprecare cibo è possibile. Dall’Italia all’Europa”, in coincidenza con la Giornata mondiale della Alimentazione.

“Credo che la lotta agli sprechi alimentari – ha proseguito il Ministro – debba essere una priorità politica tanto a livello nazionale, quanto comunitario. Assume un significato particolare, poi, la coincidenza del decennale della Legge del Buon Samaritano con la Giornata mondiale dell’Alimentazione, che abbiamo celebrato alla Fao. Proprio lì ho appena avuto modo di ricordare come sia dovere di chi ha responsabilità di governo nel mondo trovare soluzioni perché sia garantito a tutti l’accesso al cibo. Stridente è infatti il contrasto tra il miliardo di persone che non hanno da mangiare e i numeri spaventosi sullo spreco alimentare nei Paesi occidentali. Sono due fronti sui quali dobbiamo intervenire senza aspettare più tempo, tanto sotto il profilo normativo quanto sotto quello culturale”.

"La Legge del Buon Samaritano è un esempio da seguire: con un solo semplice articolo si è semplificato un processo che ha consentito alle organizzazioni caritative di recuperare cibo perfettamente commestibile e al Banco alimentare di distribuire più di due milioni e mezzo di piatti pronti. Una norma chiara e semplice, che a costo zero elimina burocrazia, attua i principi di solidarietà e sussidiarietà e fa sì che pasti caldi raggiungano chi ha fame, invece di finire in discarica. Ecco, penso che dovremo prendere a modello questo tipo di intervento, perché si traduce in quel fare per la collettività che deve essere sempre il faro per l’azione politica”.

“Sprecare è un delitto. Dobbiamo farlo capire agli italiani, che possono con i loro comportamenti cambiare radicalmente la situazione, anche senza nessuna nuova legge. Buttiamo nelle spazzatura 12 miliardi di euro di cibo, una cifra pari a 3 volte il valore dell’Imu sulla prima casa. È evidente allora – ha concluso De Girolamo – che dobbiamo intervenire anche e soprattutto a livello culturale e informare i nostri cittadini sulla necessità di combattere gli sprechi”.