5 per mille, Maurizio Lupi: "Troveremo altri 300 milioni, siamo pronti a toglierli alle TV locali"
(fonte: La Repubblica)
Quello operato in Finanziaria è un taglio netto che non piace nemmeno al vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Il deputato del Pdl è uno dei sostenitori più combattivi del 5 per mille all' interno del Parlamento. Per lui le proteste del mondo delle associazioni e del volontariato, per quei 300 milioni di euro mancanti, sono «sacrosante». Lupi non si tira indietro di fronte alle polemiche che colpiscono la maggioranza e il ministro Giulio Tremonti: «Troveremoi soldi- dice - anche a costo di decidere quali sono le priorità che abbiamo di fronte. Io sono certo che alla fine la spinta bipartisan che viene dal Parlamento avrà successo. E, per inciso, su questa questione sono stati approvati senza modifiche ben tre ordini del giorno. Lo stesso ministro Tremonti è molto sensibile al tema, e ci ha assicurato che la copertura per il 2011 ci sarà. Ora la vera battaglia è per giungere alla stabilizzazione del 5 per mille». Ma se così non fosse, onorevole Lupi, se quelle risorse dovessero ridursi a 100 milioni, che cosa è disposto a fare per invertire la rotta? «Guardi, sono certo che alla fine rimetteremo insiemei 400 milioni di euro. Ma se dovesse presentarsi un problema di priorità, se qualcosa dovesse andare storto, non esiterei un solo attimo a schierarmi con il 5 per mille, anche a costo di negare le risorse previste per le tv locali. Il Paese e 16 milioni di italiani che scelgono di devolvere il 5 per mille lo vogliono. Comunque ci sono le rassicurazioni di Tremonti e quelle del sottosegretario all' Economia Luigi Casero, il quale si è impegnato a stanziare nei prossimi mesi le risorse mancanti. Quei 100 milioni vanno considerati come un acconto per i primi quattro mesi del 2011». Come fare per evitare, in futuro, questo balletto poco elegante che rischia di far collassare il mondo della solidarietà e della ricerca? «Ci stiamo già pensando. Il nostro impegno è quello di rendere stabile il finanziamento e di non dover più ricorrere alla legge di Stabilità». - (lu.ci.)