Aiuto alimentare europeo: la battaglia non è finita!

 

Dopo mesi di dibattito, lunedi 20 maggio i deputati europei della Commissione per l'occupazione e gli affari sociali hanno votato il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD). Sebbene noi, Banco Alimentare, Croce Rossa, Restos du Coeurs e Secours Populaire, apprezziamo il lavoro parlamentare svolto tuttavia vorremmo mettere in guardia rispetto al cammino che ci attende per mantenere un aiuto alimentare europeo all'altezza dei bisogni.

Un'Europa precaria

L'Europa, in una crisi senza precedenti, è al lavoro per gestire il disastro finanziario e mantenere il suo modello di business, sostenendo gli stati e le banche, ma per quanto riguarda gli esseri umani? Oggi, oltre 80 milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà e 43 milioni di europei non possono soddisfare le loro esigenze alimentari. Noi, associazioni di aiuti alimentari, facciamo la stessa constatazione: quest'anno circa il 10% in più di persone sono venute a chiedere aiuto. Dal 2008, alcune associazioni hanno visto un aumento del 40% di uomini, donne e bambini ai quali le associazioni aprono le loro porte con dei volontari che instancabilmente li accolgono ogni giorno con dignità. Da anni le associazioni diversificano le loro risorse e gli approvvigionamenti. Tuttavia, l'aiuto alimentare europeo resta un fondamento essenziale per lo sviluppo di ulteriori misure per l'inserimento di ciascuno.

L'aiuto alimentare ha il merito di esistere

Le istituzioni dell'UE hanno svolto un ruolo chiave nel proporre di ricostruire l'aiuto alimentare su una base solida per compensare la perdita inimmaginabile del vecchio programma (il PEAD). Grazie ad una proposta realizzata velocemente dalla Commissione europea e a un lavoro parlamentare serio e coinvolto, il principio di un aiuto è stato strappato ai capi di Stato al Consiglio europeo nel mese di febbraio 2013. I capi di Stato adesso devono mantenere la loro promessa... Il FEAD è stato votato ieri dalla Commissione per l'occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo. Ha lo scopo di organizzare gli aiuti alimentari, tenendo in considerazione le esigenze e le sfide di oggi e di domani che siano la lotta contro lo spreco alimentare o il mantenimento della salute dei cittadini.


Il pericolo è domani!


Tuttavia gli sforzi sono ancora insufficienti! Ci sono ancora delle zone d'ombra preoccupanti, come il timore che il dispositivo creato non possa essere mobilitato in modo efficace e che ogni stato e associazione siano lasciati soli a rispondere alla crescente precarietà. Noi desideriamo ricordare che:
- Il FEAD deve disporre di mezzi sufficienti, perché nonostante la proposta della Commissione per l'occupazione e gli affari sociali di mantenerlo a un livello di 3,5 miliardi di euro, attualmente rimane con un budget di 2,5 miliardi di euro nel quadro finanziario pluriennale, quando 4,75 miliardi di euro sarebbero appena sufficienti!
- Il FEAD dovrebbe sostenere in via prioritaria gli aiuti alimentari: sono un bisogno vitale e il punto d'ingresso privilegiato per un accompagnamento globale delle persone aiutate.
- Il FEAD deve essere innovativo, unico e indipendente da altri dispositivi che sono complementari ad esso, come il FSE: è il mezzo per sostenere le persone più vulnerabili e lontane dall'inserimento.
- Il FEAD non dovrebbe aumentare l'onere amministrativo che pesa sulle associazioni formate da volontari: solo tenendo in considerazione le associazioni che gestiscono efficacemente gli aiuti alimentari da oltre 25 anni potrà essere efficace.

Ecco qui la strada che ci separa da un fondo europeo che sostiene i nostri cittadini più poveri. Siamo convinti che i parlamentari europei faranno sentire di nuovo le loro voci, ma ora spetta agli Stati membri assumersi la responsabilità per i propri cittadini: sia rispetto al budget sia rispetto a una sostenibilità reale e quotidiana del fondo. Quindi vi chiediamo, signore e signori capi di Stato, di garantire che questo fondo sia in grado di rispondere all'esigenza storica della solidarietà europea, basata sullo scambio e la coesione dei popoli. C'è ancora tempo per prendere delle decisioni che siano all'altezza dell'Europa, un'Europa di pace e di coesione dei popoli e libera dalla fame.
Alain Seugé, presidente della Federazione Francese dei Banchi Alimentari, Jean François Mattei, presidente della Croce Rossa francese, Olivier Berthe, presidente dei Restaurants du Coeur e Julien Laupretre, presidente di Secours Populaire francese