Ass. Banco Alimentare del Trentino Alto Adige / In 10 anni triplicate le persone assistite

 

Sembra ieri, sono passati dieci anni. Il Banco Alimentare del Trentino Alto Adige ha festeggiato la sua prima decade di (preziosa) attività con una conferenza organizzata al Centro pastorale di piazza Duomo.
Sono i numeri stessi a rivelare non solo lo sviluppo dell'organizzazione, ma anche il drammatico aumento delle situazioni di bisogno alimentate dalla crisi economica anche in una provincia considerata «benestante» come l'Alto Adige.
Grazie al ritiro delle eccedenze di derrate agricole, dell'industria alimentare, della grande distribuzione, della ristorazione, e alla raccolta di prodotti durante la Giornata nazionale della colletta alimentare, a fine 2012 erano stati recuperati in tutta la regione oltre 841.000 kg di alimenti: quattro volte in più rispetto ai 200.000 kg contati nel 2005, primo anno di effettiva attività.

Il cibo raccolto è stato ridistribuito a 120 strutture caritative (otto anni fa erano solo 17) che si occupano di assistenza e aiuto ai poveri, agli emarginati, e in generale a tutte le persone che si trovano in stato di bisogno. Più che triplicate, nello stesso periodo, le persone assistite, passate dalle 4.500 del 2005 alle 15.819 di settembre 2013, con un aumento esponenziale che ha segnato in particolare gli ultimi due anni e mezzo (più 55% dall'inizio del 2011 a oggi).
L'esperienza del Banco alimentare in regione è stata ripercorsa dai relatori intervenu
ti al convegno di ieri. «L'intento - spiega il vicepresidente Luca Merlino, che ha introdotto e moderato il confronto non era quello di "autocele brarci" con una festa, ma di fare il punto su un servizio che sta continuando a crescere.

La crisi economica ovviamente incide, ma è in momenti come questo che dobbiamo cogliere nuove opportunità». Lo stesso Merlino ha portato ai partecipanti il saluto di monsignor Ivo Muser. «I principi della dottrina sociale della Chiesa trovano un'attuazione importante nell'azione del Banco» scrive il vescovo. Molto seguito l'intervento di Miriam Zenorini, che ha portato l'esperienza della Casa della solidarietà di Bressanone. «Nella nostra struttura - spiega - passano ogni anno 150 persone in difficoltà.
Siamo entrati in contatto con questa realtà nel 2009: oggi un terzo degli alimenti utilizzati arriva dal Banco alimentare.
Ma non si tratta solo di una riduzione della spesa: è una catena virtuosa che coinvolge tutti, dal disoccupato che ha ricevuto l'incarico di prendere i viveri al supermercato agli ospiti della casa che condividono con altre persone bisognose i prodotti in arrivo».
Il convegno è proseguito con gli interventi di Anita Defrancesco (Associazione Nitida Stella), Robert Hillebrand (direttore Aspiag), Florian Zerzer (caporipartizione provinciale) e Duilio Porro (presidente del Banco).

 

Fonte: Corriere dell'Alto Adige - di F. Cle.