Ass. Banco Alimentare Lombardia / Allarme crisi e povertà ma un quarto della spesa finisce nella spazzatura

 

Il 25 per cento della spesa finisce nella spazzatura. Tradotto in denaro, sono 1.700 euro l'anno per nucleo familiare buttati, dicono le statistiche più recenti. Uno stipendio medio gettato via per noncuranza, molto spesso. E l'altra faccia della medaglia, il contraltare dello spreco, non è poi così lontano dalla vita di tutti i giorni come può sembrare e come a volte si insegna («finisci la roba nel piatto perché i bambini in Africa...» è il rimprovero classico).

Ogni giorno a Milano migliaia di persone hanno di che mangiare grazie ai vari accorgimenti di mense, supermercati, associazioni grandi e piccole che si impegnano per non mandare in discarica tonnellate di cibo ancora commestibile.
La lotta agli sprechi si muove su due fronti. Quello della responsabilità personale da una parte, e quello collettivo che coinvolge la grande distribuzione, i refettori scolastici e così via dall'altra. Complice la crisi economica, il dovere morale di non sprecare è diventato una sorta di necessità, e difatti da due anni a questa parte - come evidenzia la Coldiretti - lo spreco di alimenti è diminuito del 25 per cento; eppure resta ancora pari al 10 per cento della spesa mensile delle famiglie, complici soprattutto stili di vita frenetici e la scarsa capacità di conservare adeguatamente i cibi. Lo spreco alimentare, secondo le rilevazioni dell'osservatorio Waste watcher dell'Università di Bologna, rappresenta addirittura l'1,19 per cento del Pil (circa 18,5 miliardi riferiti al 2011). Una stima nella quale "soltanto" lo 0,23 per cento si colloca nella filiera di produzione (agricoltura), trasformazione (industria alimentare), distribuzione (grande e piccola) e ristorazione (collettiva), mentre il resto è tutto a livello domestico e rappresenta lo 0,96 per cento del Pil. «È uno scandalo dal punto di vista economico ed etico, soprattutto se si pensa che negli ultimi tre anni in Italia il numero degli indigenti è cresciuto del 33 per cento» ragiona il presidente della Cia Giuseppe Politi.

Esistono, per questo, consigli pratici per la spesa di tutti i giorni: ad esempio non dimenticare la differenza tra scadenza e il "da consumarsi preferibilmente entro", perché nel secondo caso il cibo non è da buttare; non interrompere la catena del freddo, acquistando per ultimi i surgelati e usando le borse termiche, in modo che il trasporto dal negozio avvenga nel più breve tempo possibile; e una volta a casa, mettere tutto subito in frigo.
«Il lavoro nelle scuole, a livello educativo, è fondamentale spiega Gianluigi Valerin, coordinatore lombardo del Banco alimentare - per questo in un anno i nostri volontari hanno incontrato un totale di 6mila studenti».
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Fonte: La Repubblica - di Matteo Pucciarelli