Ass. Banco Alimentare Lombardia / Aziende e dipendenti volontari per un giorno. Dietro le quinte del «Banco alimentare»

 

L’amministratore delegato sfila la cravatta o abbandona il tacco 12, e veste i panni del volontario. Così tutti diventano uguali, nessuno è superiore a qualcun altro. Il dirigente usa i muscoli e solleva scatoloni mentre il centralinista si prodiga nel reparto etichettatura: nessun faldone di documenti ma scatole di riso e pasta da schedare. Sono tante le aziende che promuovono la Giornata del Volontariato d’Impresa coinvolgendo i dipendenti a gruppi di 20-25 persone per volta, nel magazzino della sede del Banco Alimentare della Lombardia, a Muggiò.

I VOLONTARI - Le attività svolte dai dipendenti-volontari per un giorno vanno dalla selezione, cioè la verifica sull’integrità delle confezioni e il controllo scadenze, al picking, ovvero la preparazione dei bancali, sino all’accoglienza delle strutture caritative con l’aiuto nella consegna degli alimenti. Le aziende che hanno aderito a queste giornate di volontaria d’impresa sono molto diverse tra loro: da Timberland a Shell, da Cisco a McCann, da L’Oreal a Microsoft, da Nielsen a Nestlé, i dipendenti di una trentina di multinazionali e grandi imprese hanno indossato la pettorina Banco Alimentare. E, divisi per gruppi, hanno preparato le consegne seguendo le indicazioni delle «liste di prelievo”» che il responsabile della distribuzione prepara quotidianamente, calibrandole in base alla tipologia della struttura beneficiaria. Oppure, se assegnati al settore consegna, hanno aiutato nel carico del mezzo e proposto eventuali prodotti «fuori bolla», quelli che si sono resi disponibili all’ultimo minuto, in genere i prodotti freschi.

IL BANCO ALIMENTARE - «Per il Banco Alimentare della Lombardia le giornate di Volontariato d’Impresa sono molto importanti – sottolinea il direttore Marco Magnelli. Per i singoli che vengono qui è un’esperienza forte, perché vedono la quantità di cibo che viene recuperato, ma per noi è un fondamentale contatto con aziende che possono diventare partner. Se hanno mense possono donare il cibo cotto a Siticibo, il nostro servizio che ogni giorno lo raccoglie e lo distribuisce. Se sono aziende alimentari possono donare gli eccessi, ma se non producono tonno oppure pasta, possono lo stesso donare. Perché il Banco Alimentare ha anche bisogno di fondi».

 

Fonte: www.corriere.it - di Anna Tagliacarne