Avanzi: non solo sprechi ma anche solidarietà. L’esperienza del Banco Alimentare
Il tam-tam delle cronache nazionali sullo spreco alimentare negli ultimi giorni ha richiamato l’attenzione su un tema di indubbia valenza etica. L’informazione è stata però parziale. Non solo per l’approssimazione dei dati, ma anche perché non si è neppure accennato al prezioso impegno di migliaia di volontari che sottraggono gli alimenti allo spreco per destinarli ai bisognosi.
La Fondazione Banco Alimentare Onlus è perciò intervenuta con una lettera al Corriere della Sera, pubblicata il 4 novembre, nella quale il direttore generale Marco Lucchini fornisce dati sulle attività. Nei 21 anni di esistenza, il Banco Alimentare ha recuperato oltre 600mila tonnellate di cibo - 78.270 nel 2009 – distribuendolo a 8.667 strutture caritative che in Italia aiutano a sfamare 1 milione e mezzo di persone.
La sola Rete del Banco Alimentare (senza citare le tante altre organizzazioni che operano sul territorio) è formata da 1.244 volontari che ogni giorno “regalano” il loro tempo a salvare il cibo dallo spreco e a gestire le operazioni logistiche, articolate su 21 strutture con appositi magazzini sul territorio nazionale. Ciò consente al Banco di portare avanti le proprie attività con una logica e un’efficienza industriali.
La Rete del Banco Alimentare recupera i prodotti attraverso quattro principali fonti di approvvigionamento:
- Unione Europea (Programma europeo di aiuto alimentare ai bisognosi);
- industria alimentare (circa 700 industrie forniscono le loro eccedenze, cioè cibi idonei al consumo ma privi di valore commerciale, per esempio per difetti di confezionamento, stagionalità o prossimità del termine di conservazione);
- Grande Distribuzione Organizzata (recupero giornaliero di eccedenze, in minori quantità ma maggior varietà rispetto a quelle delle fabbriche);
- ristorazione collettiva (le eccedenze di cibo fresco e cotto, ma non servito, nelle mense aziendali, scolastiche, universitarie, ospedaliere, società di catering, hotel sono prelevate ogni giorno e trasportate su furgoni refrigerati).
La diversità delle fonti di approvvigionamento e dei prodotti donati consente di garantire il più possibile un equilibrio nutrizionale a beneficio di coloro che usufruiscono di un aiuto alimentare.
I prodotti vengono consegnati in forma del tutto gratuita a enti caritativi come mense per poveri, case d’accoglienza, centri di recupero, comunità per ex tossicodipendenti o portatori di handicap o minori e ragazze madri, enti per il sostegno periodico a famiglie e anziani (Banchi di Solidarietà, Caritas, Società di San Vincenzo de Paoli, etc.).
Per ricevere gli alimenti, gli enti di carità stipulano con il Banco Alimentare un accordo di collaborazione, nel quale si impegnano a fornire i prodotti esclusivamente ai bisognosi e accettano verifiche dell’attività di assistenza, la gestione trasparente delle quantità ricevute e delle scorte, il rispetto delle norme igienico-sanitarie nel trattamento degli alimenti.
Sabato 27 novembre si terrà la 14a edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, 110 mila volontari in oltre 8.100 supermercati inviteranno le persone a donare alimenti a lunga conservazione.
Raccolta ma anche sensibilizzazione: a partire dalle scuole dove i volontari raccolgono il cibo avanzato nelle mense e spiegano ai bambini dove viene portato. Per insegnare il valore di ogni singolo pezzo di pane, l’importanza di non sprecarlo e condividere la realtà del bisogno e dell’emarginazione che, anche quando non ci tocca, almeno ci sfiora. È bene tenere a mente che nel nostro Paese sono poco più di 3.000.000 (tre milioni!) gli individui al di sotto della soglia di povertà alimentare (fonte “Indagine povertà alimentare”, Guerini Editore, 2009).
L’Italia è il primo paese in Europa ad avere adottato la “Legge del Buon Samaritano” (ispirata al Good Samaritan Food Donaction Act, firmato da Bill Clinton l’1.10.1996), nella quale si equiparano ai consumatori finali le organizzazioni non lucrative di utilità sociale che effettuano a fini di beneficenza distribuzione gratuita di alimenti per quanto riguarda corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti (legge 155/03, Disciplina della Distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale).
Per maggiori informazioni: www.bancoalimentare.it
Dario Dongo
foto: Photos.com
Fonte: Il Fatto Alimentare 2010