BA Calabria / Crescono i poveri ma la Regione taglia i fondi al Banco Alimentare
Fonte: Andrea Gualtieri - Il Quotidiano della Calabria
Le persone che in Calabria hanno fatto ricorso a mense dei poveri o ad altre strutture di assistenza. Sono salite da gli 80.884 del 2009 ai 99.689 del 2010: un’impennata di indigenza che ha sfiorato il 25 percento, Ma proprio nel 2010 dal bilancio regionale sono scomparsi 150 mila euro destinati al Banco Alimentare, la struttura che fa da tramite per raccogliere lo spreco e l’eccedenza della filiera
agroalimentare e trasformarlo in una risorsa per le realtà socio-assistenziali. E adesso, denunciano i responsabili del Banco, l’intera, rete è a rischio. «Tutto questo – sottolinea Gianni Romeo - avviene proprio nell’anno europeo del volontariato, che coincide con i 15 anni di attività, in Ca1abria». Un’attività che, tra l’altro, ha registrato un record dietro l’a1tro, fino ad arrivare alle cinquemila tonnellate di alimenti raccolte e distribuite nel 2010 tramite 633 enti di sussidio per un valore commerciale di oltre quindici milioni di euro. Si tratta soprattutto di pasta, riso, latte, burro, formaggio (grana, provolone e pecorino), biscotti, zucchero, olio, tonno, pelati, legumi in scatola, omogeneizzati e prodotti per l’infanzia, frutta (mele, pere, arance, mandarini, limoni, angurie) patate, surgelati. Tutti alimenti che senza l’intervento del Banco Alimentare rischierebbero di finire al macero e che invece vengono fatti pervenire a chi si occupa. di contrastare la povertà tramite un’organizzazione fatta. di volontari ma, gravata comunque da una serie di spese logistiche.
«Da1 punto di vista economico e finanziario - spiega ancora Gianni Romeo - il Banco vive di donazioni e contributi liberi erogati da privati e da Enti pubblici, tra questi determinante in questi ultimi anni, e stato quello della Regione Calabria che, ci ha consentito di attivare oltre la sede direzionale di Montalto Uffugo, altre 4 piattaforme di transito, una per ogni provincia, andando cosi incontro alla esigenza degli Enti associati più piccoli e meno dotati di mezzi, ma non per questo, meno significativi. La mancanza di tale aiuto nostro malgrado, ci vedrebbe costretti innanzitutto a limitare i costi di gestione e di trasporto, chiudendo le sedi il cui costo annuale si aggira proprio sui 150mila euro». Nel2009 la Regione si era impegnata. a erogare questa cifra prevedendola nel bilancio pluriennale. Ma della quota relativa al 2010 si sono perse le tracce, A febbraio è stata spedita una lettera al governatore Scopelliti senza ottenere risposta. Ora in difesa del Banco alimentare si pronunciano anche i vescovi calabresi, che nel corse della sessione primaverile della Conferenza episcopale la Calabra hanno sottolineato come «quanto bene si facendo in Calabria in questi anni a favore degli indigenti», e come pesi la grossa diffico1tà a continuare la preziosa opera assistenziale anche perché sono venuti meno i contributi fondamentali della Regione». Dai prelati è stato quindi formulato l’auspicio che «soprattutto la Regione Calabria, ma anche altri Enti confermino i loro contributi per consentire la continuità del servizio».