BA Piemonte e Caritas. Insieme per la Valchiusella
Fonte: Riccardo Frola - La Sentinella del Canavese
Nelle discussioni sull' impoverimento del ceto medio in Italia, ultimamente, si rischia di apparire addirittura noiosi. Infatti, è ormai un dato acquisito, nonostante alcune poco credibili smentite, che, dalla crisi del 2007 ad oggi, molte famiglie italiane comincino ormai a vedere il serbatoio dei loro risparmi pericolosamente vicino alla riserva. Nei momenti di difficoltà è però necessario restare lucidi.
La Caritas, il noto organismo della conferenza episcopale italiana nato per promuovere la carità per i più deboli, ha pubblicato di recente uno studio per non perdere la bussola. Infatti, in caduta libera, l'ultimo “Rapporto Caritas" sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia, fornisce un'acuta e spregiudicata interpretazione dei dati Istat 2010. Secondo l'Istat, infatti, lo scorso anno, l’incidenza della povertà relativa sarebbe diminuita, dall'11,3 per cento del 2008 all’attuale 10,8. Dati che, a prima vista, farebbero ben sperare. In realtà, secondo la Caritas, non si tratterebbe che di un'illusione ottica, perché non sono state considerate, nei dati dell'istituto di statistiche, le variazioni dei prezzi tra il 2008 e il 2009,
Effettuando una semplice operazione di ricalcolo, la realtà diventa subito più cruda. I poveri in Italia sarebbero più di otto milioni, con un rialzo del 3,7 per cento rispetto al 2008. Il Canavese, in passato una delle zone più ricche d'Europa, culla dell’informatica italiana, per quanto riguarda il polo di Ivrea, e del1’industria dello stampaggio a caldo nella zona che ha avuto in Forno la sua "capita1e", purtroppo, non e riuscito a sottrarsi alla tendenza generale, e, negli ultimi anni, oltre ai grossi centri come Cuorgnè e Rivarolo, anche la Valchiusella ha cominciato a chiedere aiuto.
Il fatto nuovo non è tanto la presenza della Caritas sul territorio (da Vidracco a Traversella, i parrocchiani di buona volontà, non sono mai mancati), ma gli aiuti raccolti, erano spesso diretti fuori dalla valle, in realtà più disagiate. Da qualche tempo, invece, l' austerità dovuta alla disoccupazione o alle misere pensioni, ha spinto molte famiglie valligiane (si parla di almeno venti nuclei] a bussare alle porte delle parrocchie. Le risposte non mancano, se si pensa alle migliaia di prodotti alimentari confezionati, distribuiti mensilmente dai volontari della Caritas di Vidracco, senza contare l'aiuto del banco alimentare di Moncalieri, che invia il cibo ogni ultimo mercoledì del mese. Ognì trenta giorni, inoltre, le parrocchie della valle, a rotazione raccolgono fondi da investire nell'assistenza.
I cittadini partecipano, ma non sempre è sufficiente. A questo proposito, Remo Minellono, vicesindaco di Alice, ha proposto da qualche tempo alle Pro loco della zona, di devolvere l'un per cento dei ricavi delle numerose feste di paese che si svolgono ogni anno sulle rive del Chiusella. «L‘iniziativa non ha avuto molto seguito - confida il vicesindaco alicese -, eppure sono convinto che le persone avrebbero contribuito più volentieri alle iniziative di solidarietà. Non si sarebbe trattato, come avviene di solito, di versare un contributo diretto, ma di partecipare all’aiuto dei propri concittadini divertendosi e svagandosi».
La buona notizia è che non sono stati tutti sordi all'appello. Anche quest’anno, per la seconda volta, la Protezione civile di Alice Superiore, ha deciso di devolvere una buona parte dei ricavi ottenuti durante i due eventi più importanti del piccolo borgo montano: la “Festa del Lago", che si tiene ogni mese di giugno, e le celebrazioni per il santo patrono di Gauna, San Rocco. Alice, oggi, è tra quei Comuni che, fuggendo dai falsi ottimismi, mettono in campo iniziative concrete.