Banco Alimentare Calabria al fianco delle associazioni della regione


Nel Mezzogiorno, secondo l’indicatore “Europa 2020”, il rischio povertà ed esclusione sociale è altissimo e raggiunge quasi il 40% del totale della popolazione residente. Nel resto d’Italia la percentuale diminuisce ma il dato generale del nostro Paese fa registrare, sempre secondo questa statistica, un dato, il 24,7 %, che è ritenuto da tutti, a ragione, il peggiore nel contesto della’area euro. Le popolazioni del Meridione d’Italia, dunque, vivono nel terrore che l”indigenza prima o poi bussi alle loro porte. Il dramma di quanti al giorno d`oggi non riescono a soddisfare le esigenze primarie è palpabile anche nel nostro territorio, vale a dire nella provincia di Catanzaro, dove sono alcune migliaia le persone che vivono grazie alla rete di solidarietà costruita attorno ad associazioni, parrocchie, cooperative, istituti religiosi e comunità che hanno come unico punto di riferimento il “Banco Alimentare", nato nel lontano 1989 dall’intuizione di don Luigi Giussani, fondatore di “Comunione e Liberazione”, e del cavaliere Danilo Fossati, fondatore della storica "Star".

Scendendo nella piaga dell'indigenza, secondo gli ultimi dati forniti dal “Banco Alimentare” oltre 2.000 persone hanno ricevuto assistenza con forniture di beni di prima necessità mentre nell’anno in corso sono saliti a dodici gli enti convenzionati che prelevano le derrate alimentari che verranno distribuite sul territorio. ln prima linea ci sono sei parrocchie con i gruppi “Caritas" dei "Santi Angeli Custodi" (Badolato Marina), “San Nicola di Bari" (Cardinale), "San Nicola Vescovo" (Gasperina), “Santa Maria d’Altavilla" (Satriano), "Santa Maria Immacolata" (Soverato), e poi la parrocchia del santuario "Santa Maria del Bosco" (Serra San Bruno) quindi l`istituto "Maria Ausiliatrice” di Soverato, l’associazione “Insieme" di Guardavalle Marina, la cooperativa sociale “Homo Faber” di Montepaone, la confraternita “Misericordia", l`associazione “Amici dei Bambini" di Soverato ed infine la cooperativa "Chirone" di Torre di Ruggiero.

In tutta la regione dove il "Banco Alimentare" opera con cinque strutture provinciali nel 2010 l’aiuto è arrivato per quasi 100.000 residenti mentre gli enti che alla stessa data prelevano i prodotti alimentari sono oltre seicento. In questi anni l’area di fragilità sociale che ricorre al sostegno del "Banco Alimentare" si è allargata includendo oltre alle famiglie italiane che hanno un reddito insufficiente e gli extracomunitari anche «nuove fasce di povertà nella popolazione - come ha dichiarato alla “Gazzetta del Sud” il dott. Carlo Laganà, responsabile provinciale del “Banco Alimentare" - che sono identificabili nelle famiglie giovani dove marito e moglie hanno perso il lavoro, nei genitori separati, soprattutto i papà, che sono costretti a dividere le proprie risorse tra mutui e l’assegno di mantenimento, ma tanti sono anche i pensionati al minimo».

Sin dalla sua nascita il "Banco Alimentare" ha svolto il ruolo di ponte tra il mondo produttivo agroalimentare, da cui assorbe le eccedenze, per trasferirle alle organizzazioni locali che ne curano la distribuzione. Oggi per le sue finalità istituzionali il "Banco Alimentare” interagisce principalmente con la "Agea" e la "Grande distribuzione organizzata". «In Calabria rispetto al nord Italia, però - rimarca sempre Laganà - non possiamo contare su molte piattaforme della Grande distribuzione organizzata o direttamente sulle industrie conserviere che non sono numerose. Una volta l’anno, tuttavia, avviene la raccolta di generi di prima necessità, in particolare scatolame e prodotti per l’infanzia con la "Colletta Alimentare" che ci consente il recupero di prodotti che normalmente il "Banco” non riesce ad avere, ma si tratta di una dinamica istintiva mentre vorremmo che la donazione, la beneficenza, diventi un fatto culturale».

Fonte: Massimo Ranieri – Gazzetta del Sud ed. Catanzaro, Crotone, Lamezia, Vibo