Banco Alimentare Emilia Romagna. Al fianco della Caritas nell'emergenza cibo per i poveri / 2
Carità nel persicetano. Nella parrocchia di San Giovanni in Persiceto la Caritas e costituita dal 2002, «e svolge» spiega il direttore, l'accolito Andrea Brandolini «anzitutto un’opera di coordinamento di diverse realtà, alcune delle quali già nate diverso tempo prima della sua costituzione». Tali realtà sono: «Il Focolare», nato nel 1986, che svolge attività peri disabili; e soprattutto il Centro famiglia (nato nel 1990), che ha un Centro di ascolto, fa formazione per i genitori e incontri fidanzati, realizza dei «Progetti Gemma» (28 finora) e un progetto «Oltre la scuola» di doposcuola e assistenza alle famiglie con figli «problematici»; e il «Centro missionario persicetano (nato nel 1991) che raccoglie e rivende abiti, oggetti, mobili e materiali vari per finanziare progetti di aiuto internazionali. «Per quanto riguarda il Centro di ascolto» spiega Brandolini «utilizziamo quello del Centro famiglia, che e aperto tutti ì sabati. Nostra attività specifica è invece la preparazione e distribuzione, con il cibo fornito dal Banco Alimentare di Imola, delle "sportine" di alimentari: un’attività iniziata nel 2007, e che svolgiamo una volta al mese. Serviamo circa 120 famiglie, per un totale di circa 450 persone, per due terzi stranieri e per un terzo italiani».
Non si svolge invece la distribuzione di abiti, per la quale chi ha bisogno viene indirizzato all’attivissimo Centro missionario. «Da quando poi è iniziata l’”emergenza famiglie”, nel 2009» prosegue Brandolini «il Centro famiglia individua le situazioni problematiche e noi della Caritas le vagliamo, in stretto rapporto con i Servizi sociali comunali, e decidiamo gli aiuti, che forniamo per il pagamento delle bollette, degli affitti e delle rette scolastiche, in alcuni casi sotto forma di prestiti. In questo modo, abbiamo aiutato una trentina di famiglie». In questa intensa attività, i già numerosi volontari di San Giovanni sono coadiuvati da quelli di altre parrocchie, con cui c’è stretta collaborazione: Le Budrie, Lorenzatico e Zenerigolo, Sant’Agata Bolognese (che ha una propria distribuzione di cibo, ma le «sportine» sono confezionate a San Giovanni). In tutto, gli operatori Caritas sono un centinaio: tra essi anche coloro che visitano i malati nelle case; mentre nel grande ospedale del paese operano i volontari del Vai (dal 2005). Così come ci sono coloro che aiutano nella Casa della Carità e al Punto incontro anziani (dal 2003), E per finanziarsi, le vie sono diverse: «c’e una raccolta annuale per la Caritas in Quaresima» racconta Brandolini «poi alcuni progetti sono finanziati dal Comune, mentre Emilbanca paga l’acquisto dei pannolini, che sono molto richiesti (ne distribuiamo 50 pacchi ogni mese)».
E’ attiva invece da solo un anno, la Caritas parrocchiale di San Matteo della Decima, «Il Centro di ascolto è aperto una volta al mese» spiega Claudia Giannasi, una volontaria «e nello stesso giorno effettuiamo la distribuzione del cibo, preso al Banco Alimentare: l'ultima volta abbiamo servito 45 famiglie, circa 120 persone, nella stragrande maggioranza extracomunitari». Anche qui non si fa distribuzione di abiti, ma si rinvia chi ha bisogno al Centro Missionario, che fra l'altro ha in paese una «succursale» per la raccolta del materiale. Tutto questo e finanziato con raccolte di denaro durante la Messa in alcune domeniche e con donazioni di enti, fra cui l’Mcl. «Una volta abbiamo fatto anche un mercatino» spiega Giannasì «e in generale la gente e generosa, ci aiuta volentieri». Ora il prossimo obiettivo è organizzare le visite ai malati, dai quali già si reca un gruppo di anziane per Natale e un accolito per portare la Comunione.
Fonte: Chiara Unguendoli – Avvenire ed. Bologna Sette (20/05/2012)