Banco Alimentare Emilia Romagna. "Mensa del Vescovo", a Reggio Emilia la crisi non ferma la carità


Di madre in figlia. Senza timore di smentite, si può dire dire che è una vocazione di famiglia. Animate da carità cristiana, dal 1965 le signore di casa Visconti hanno garantito un pasto caldo ai bisognosi della città, presso la Mensa del Vescovo.
L'esempio è quello di Gesù, come ricorda l’evangelista Luca : "Si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passera a servirli" (Lc 12,37). E cosi, anche Maria Chiara Visconti Gramoli, che dal 2004 è Presidente della Mensa del Vescovo, indossa il grembiule come hanno fatto la sua indimenticata e indimenticabile mamma Alma e sua sorella Maria Vittoria, l’amatissima Joio, e, insieme al gruppo di volontari, si mette al servizio dei più bisognosi, di chi ha fame.

Signora Visconti, nonostante la Mensa si avvii verso i cinquant‘anni di vita e svolga un'attività preziosa per la città, non tutti sanno che cos'è la Mensa del Povero del Vescovo. Vorrebbe illustrare ai lettori di Prima Pagina quando e perché è nata l'iniziativa, quali sono le motivazioni e il pensiero che le hanno dato vita e tuttora la animano?
Parlare della Mensa per me e facile e ne sono veramente orgogliosa perche da 47 anni fa parte della mia vita e della mia famiglia. E' nata negli anni cinquanta per volere del Vescovo Beniamino Socche per dare da mangiare ai bisognosi della città, proprio sotto il porticato del cortile del Vescovado. Per mancanza di mezzi venne chiusa dopo pochi anni. Il Vescovo Baroni chiamò la mia mamma e altre signore, affidandole l’incarico di coordinare la Mensa che cosi riapri nel l965. Da allora continua il suo lavoro e la sua opera di assistenza.

Come vive la Mensa del Vescovo?
La Mensa vive grazie al lavoro dei volontari e si mantiene da sempre soprattutto con le donazioni dei privati, che amano la Mensa perché ne riconoscono l’alto valore assistenziale e il fondamentale servizio che svolge per la città.

In che modo la città di Reggio Emilia esprime concretamente il proprio appoggio alla Mensa?
Abbiamo il notevole contributo della Fondazione Manodori, sempre attenta alle nostre necessita; il Comune, che ormai da qualche anno ha aumentato un po’ il contributo annuale e ci ha inserito nel circuito del progetto Remida Food, che ci permette di ritirare prodotti in esubero nella grande distribuzione che per noi sono fondamentali e, soprattutto, sono gratuiti. La Circoscrizione del centro storico regala un volta all’anno un notevole quantitativo di carne. Ci aiutano inoltre Istituti di credito, aziende importanti della città e soprattutto il nostro amato Vescovo Adriano, da sempre al nostro fianco, pronto ad aiutarci e a sostenerci in ogni modo. Fondamentale e anche l’opera del Banco Alimentare presso il quale ritiriamo pasta, formaggio, scatolame ecc, sempre gratuitamente. Inoltre, il forno Antonelli ci regala il pane necessario (30-40 kg al giorno!!), il Sigma di Fogliano ci porta regolarmente formaggi, verdura ecc, le Parrocchie ci aiutano o con offerte in denaro o con raccolte alimentari. Ad esempio la parrocchia di Prato-fontana, quella di Carpineti, di Campagnola, La Compagnia del S.S. Sacramento di Rubiera, quella di S. Antonino di Casalgrande, di S. Spirito e di S. Agostino di Reggio e cosi via. Devo ricordare anche il grande aiuto del PROTEO, progetto solidale del CREDEM, che con il mitico Marco Donelli ci procura prodotti molto necessari e soprattutto la carne.

Come è strutturata la Mensa?
La Mensa è una grande famiglia e come tale è organizzata. Io cerco di coordinare il lavoro dei circa 30 volontari e tengo – per così dire - le pubbliche relazioni e i rapporti con la Curia, con le istituzioni e con le banche per i vari pagamenti.

Presumo che si debba pensare anche a tutto ciò che fa da corollario alla distribuzione del cibo...
In cucina c’è la cuoca Madonna, georgiana, che prepara il pranzo giornaliero con l’aiuto di volontarie fantastiche, suddivise secondo turni prestabiliti, Marilena, Titti, Lina che sono le responsabili nei loro giorni, poi Mariangela, Roberta, Manuela, Biancarosa, Cristina, Magda, Mariuccia, Martina, Silvana, Ester, Giuliana, Carla, Suor Maria Luisa, Sandra che preparano verdure, carne, sughi, dolci; lavano stoviglie. Tutte quante sono e siamo disposte a fare quello che è necessario. Non per niente indossiamo il grembiule del servizio che ci rende tutte uguali.

Solo donne?

No. Ci sono anche volontari uomini, fondamentali per il lavoro che svolgono. C’è Eolo, il nostro”raccoglitore"che con l’amato furgone Ducato (dono della Fondazione Manodori) carica i prodotti che ci vengono regalati ed è bravissimo a trovare tutto quello che ci serve e... anche di più. Orlando che lo coadiuva in questo lavoro e che cerca di... trattenerlo un po' nella raccolta. Loro sono i miei angeli custodi, la vera forza della Mensa. Nel loro lavoro sono aiutati da Dante e da Lucio e vi assicuro che è molto molto faticoso.

La Mensa soggiace alla normativa a cui sono tenuti i ristoranti?
Nel preparare il cibo dobbiamo seguire le norme della ristorazione e per questo abbiamo seguito corsi appositi dell’Asl coordinati dal dott. Rosi, da anni sempre molto attento ai nostri problemi.

Chi si occupa della dispensa, del menù, delle attrezzature, degli impianti, ecc.?
In Mensa, mio marito Tommaso organizza la dispensa e il magazzino. E' aiutato da Stefano. Insieme, ci suggeriscono, anzi ci obbligano, nella scelta del menu settimanale e giornaliero, avendo sempre sotto controllo quello che abbiamo e tenendolo in ordine. Sono loro che tengono controllate le macchine frigorifere e la cella freezer dono di Padana Tubi. Poi abbiamo Beppe, Antonio, Federico, Erio e Giancarlo, che tiene anche i conti della Mensa, riuscendo a riorganizzare il disordine delle mie carte!!!!

Che clima c'è fra i volontari?
Si lavora, si scambiano ricette, si fanno chiacchiere e si diventa una grande famiglia, sotto tutti i profili. Ci anima lo spirito cristiano, vissuto nella quotidianità. L'esempio è quello di Gesù e di coloro che, con la mia mamma e mia sorella , ci hanno preceduto nel Regno dei Cieli: Dino Badodi, Anna Miele (cuoca mitica) Luisa Forti, Bruna Tamagnini, Teresa Calvi, Paolo Marchesi. Essi ci sorridono dalle fotografie affisse nel salone della Mensa e di loro seguiamo sempre con nostalgia e affetto gli insegnamenti.

I giovani e i disoccupati sono disponibili a dare una mano, si fanno avanti?
Ci sono alcuni giovani, come Federico e Luca, per esempio, che sperano di trovare lavoro e intanto ci aiutano tutti i giorni. Un aiuto prezioso ci viene dato anche da due scuole della città: l’Istituto A. Secchi che da 12 anni segue un progetto di solidarietà mandando i ragazzi, secondo un calendario stabilito, tre giorni alla settimana, con l'insegnante di religione e Don Pattaccini, Parroco di Vezzano, artefice di questo progetto. Da due anni abbiamo l’aiuto anche dell’Istituto Scaruffi.
 
La Mensa svolge dunque anche un ruolo educativo nei confronti dei giovani, proprio come in una famiglia?
I ragazzi si inseriscono perfettamente. Aiutano in sala per la distribuzione del cibo, o in cucina per la preparazione. Ritengo che questo impegno per molti di loro sia fondamentale, proprio perché si rendono conto che il mondo intorno a loro può essere molto diverso.

La Mensa è aperta tutti i giorni dell’anno?
Proprio per il coinvolgimento delle scuole, noi siamo aperti da settembre a giugno, anche per permettere a noi 30 volontari, non proprio giovanissimi, di riposare un po'. A noi si sostituisce la Caritas di via Adua, coordinata dall’instancabile Licinio.

Che orari ha?
Noi siamo aperti dal lunedì al venerdì dalle 10,30 alle 12,30. Al pomeriggio danno la cena i Capuccini e al sabato e alla domenica c’è la Caritas.
Quanti pasti caldi al giorno fornisce?
Noi eroghiamo 400/420 pasti al giorno di cui 70 sono portati a casa. Il pasto viene servito a self service e in continuo, non si chiedono tessere o documenti, seguendo quello che disse nostro Signore “Avevo fame e mi avete dato da mangiare” per cui chi entra, prende il vassoio e mangia. Cerchiamo solo di essere un po' più intransigenti per i pasti da asporto.

Che quantitativi di cibo servono mediamente in un giorno?
Ogni giorno serviamo 30/40 Kg di pane, 40 Kg di pasta, 45 Kg di riso, 25 Kg di salume, 6/7 casse di insalata o di altra verdura cruda, 5/7 litri di olio , 500 yogurt (che ci viene regalato), 4/5 casse di mele o altra frutta. Settimanalmente usiamo 4000 piatti, 2000 bicchieri, 2000 set di posate con tovagliolo, tutto in plastica e tutto pagato da noi, perché queste cose non ce le regala nessuno.

La Mensa è innanzitutto "Mensa del povero" . Chi sono i poveri della Mensa, oggi?
I nostri ospiti sono per il 70 % extra comunitari provenienti dal Nord e dal Centro dell’Africa, dai Paesi dell’Est europeo, poi abbiamo italiani, anziani, oppure tossicodipendenti, pensionati cui non basta la pensione, badanti.

Che tipo di rapporto c'è fra volontari e ospiti della Mensa?
Alcuni ospiti vengono da anni e con loro si e’ instaurato un buon rapporto. Mario, muratore di Benevento, ci ha anche aggiustato un bagno; Ulderico ha festeggiato con noi il suo compleanno; Amedeo, che raccoglieva il ferro, ha il "privilegio"di arrivare anche tardi e di entrare dalla cucina. Abbiamo avuto Daniele, ucraino, che prima era un ospite poi mia sorella gli trovò lavoro come badante presso Mons. Mora, poi e’ tornato ad aiutarci e anche adesso che lavora, continua a essere in contatto con noi; come pure Clemente, rumeno, che attualmente lavora ma che mantiene rapporti con noi; come Habiba, marocchina.

Prima di assumerne la Presidenza, come partecipava alla vita della Mensa?
Dopo essere andata in pensione, aiutavo mia sorella, qualche mattina, qui in mensa.

C'è qualcuno nella Sua famiglia che La accompagna e Le è particolarmente vicino in questa missione?
Come ho detto prima, mio marito mi aiuta moltissimo. Quattro anni fa un giorno mi ha detto "magari vengo in mensa a darvi una mano"... e non e stato più a casa, perché veramente è un lavoro che piace, forse perché si vede subito come e quanto sia importante il lavoro svolto.

Qual è il profilo dei volontari?
Noi volontari della Mensa siamo soprattutto pensionati con un po’ di tempo libero. Offriamo questo tempo, ognuno secondo le proprie possibilità, ma tutti con grande generosità. Con grande gioia possiamo dire che adesso i locali della Mensa sono usati dalla Curia anche per incontri, per riunioni e sempre ci sono alcuni di noi che molto volentieri danno la loro disponibilità ad aiutare, come domenica scorsa per il pranzo dell’UNITALSI, l'Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali. Tutto questo accade anche perché, come ha colto il nostro Vescovo Adriano, abbiamo alle spalle delle famiglie che ci aiutano e che sono d’accordo su questo nostro impegno.

Nel Suo cuore, c'è un aneddoto, una frase, un ricordo particolare della vita della Mensa?
Si, e un ricordo che si ricollega alla mia famiglia. Quando mori la mia adorata mamma, la vegliò qui a casa, Domenico, un ospite della Mensa, che non la lasciò sola nella notte prima del funerale.
Questa è la Mensa...
Io sono proprio sicura che grande è il lavoro che fai e l’amore che dai, ma stai certa che te ne torna indietro!

Fonte: Maria Chiara Botti - Prima Pagina ed. Reggio Emilia e provincia (29/04/2012)