Banco Alimentare Lombardia e Suore della Riparazione. Insieme per sostenere il triplicato impegno alla mensa dei poveri


C’è il padre di sei figli, italiano. C`è la coppia composta da un peruviano e una rumena: hanno avuto da poco un bambino, a lui non fanno mancare nulla ma per loro, spesso, non c’è niente da mettere in tavola. Ci sono i ragazzini di 13-14 anni, che arrivano con lo zaino e In riempiono con la cena per tutta la famiglia. C'è la dodicenne albanese che accompagna un’altra bambina, al massimo 7 anni: dice che è una vicina di casa, probabilmente è una parente, ma che importa? Chi risponde al bisogno non fa domande. E non fa discriminazioni.

La mensa del povero di via Bernardino Luini, dalle suore della Riparazione, ha triplicato i pasti preparati in tre anni. Da 60 a poco meno di 200, tutte le sere. La fila, fuori dall`edificio delle suore, è sempre più lunga. Da qualche tempo, è stata cancellata anche la possibilità di sedersi per consumare il pasto, alternativa che veniva data a un piccolo drappello di poveri, a chi non aveva un posto dove vivere. «Non possiamo più permetterci di ospitare per la cena. distribuiamo il sacchetto con dentro il pasto. facciamo entrare le persone cinque alla volta, consegniamo e poi avanti un altro gruppo». dice madre Maddalena Vatovic, la superiora. «La Provvidenza per fortuna ci viene in aiuto - continua al suora -. Ci serviamo al Banco Alimentare, ci sono supermercati conie la Coop e qualche Tigros che ci donano alimenti e c`e una benefattrice che tutti i mesi porta riso e molto altro ancora».

Tantissimi gli italiani che si mettono in fila per prendere il loro sacchetto. Il 30 per cento degli utenti della mensa è rappresentato da donne e ogni sera c`è anche qualche bambino. A pranzo c`è chi va a sedersi tra i tavoli bianchi della Brunella, la sera alcuni si ritrovano in via Luini, anche se la tipologia dei clienti di questo "take away" e spesso divers
a. Si tratta, più che di persone sole, di famiglie con bambini (e quindi con una casa nella quale vivere). i cui componenti, a turno, bussano alla porta delle suore della Riparazione, «Da tre anni a questa. parte le famiglie italiane che si appoggiano a noi sono aumentate in modo significativo - prosegue madre Maddalena -, io ripeto sempre che finché c’e un panino, lo dividiamo». l volontari che contribuiscono alla riuscita del servizio sono una settantina. Si rimboccano le maniche, dimenticando di essere professionisti, avvocati, medici, per mettersi alla pari con gli ultimi che hanno di fronte. Tra i tanti volontari c`è anche Luisa Oprandi, consigliere comunale e insegnante. «Tra queste persone emerge sempre una grande dignità e compostezza, pur nel bisogno. Ricordo - dice Oprandi - un rumeno quarantenne che, dopo aver ritirato il sacchetto e mangiato, si fermava con noi volontari tutte le sere, a rassettare. E non appena ha trovato lavoro in un’azienda agricola, ha portato un contributo per la mensa».

Fonte: Barbara Zanetti – La Prealpina