Banco Alimentare Lombardia. Siticibo a Busto Arsizio non fa sprecare gli alimenti


In campo 67 tonnellate di alimenti dalla grande distribuzione, 16.486 di porzioni delle mense aziendali, 5.6 tonnellate di pane e 9.6 di frutta dalla scuola. Sono queste le cifre bustocche di Siticibo il programma di Banco Alimentare della Lombardia per il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari. L’iniziativa, nata a Milano nel 2003, prevede la raccolta delle eccedenze di pasti provenienti da mense aziendali, pane e frutta da quelle scolastiche che vengono poi gratuitamente messe a disposizione e ridistribuite, grazie ad un team di volontari, alle mense dei poveri della città. In particolare in provincia è riuscita a coinvolgere 11 punti vendita della grande distribuzione, 29 mense scolastiche e cinque mense aziendali.
 
Progetta in crescita
Per cercare di far crescere il progetto ma anche per ringraziare i benefattori che stanno collaborando attivamente con il sodalizio ieri mattina alle 10 (5 maggio 2012, ndr) nella sala Tramogge si è tenuto il convegno "La "convenienza di rispondere alla povertà alimentare". Nel corso della mattinata sono state ascoltate, oltre alla presentazione di Gianluigi Valerin, presidente dell’associazione Banco Alimentare della Lombardia, anche le testimonianze di realtà del territorio ha deciso di collaborare con Siticibo come Agusta Westland. «Abbiamo iniziato perché era illogico rifiutare - spiega Mario Boatto responsabile dei servizi generali dell’azienda che progetta e costruisce elicotteri che pur non partecipando al convegno ha tenuto lasciare una propria testimonianza - e poi abbiamo deciso di andare avanti perché abbiamo valutato i benefici che ci garantisce. Questa collaborazione ci permette di ridurre i costi di stoccaggio e distruzione».
 
I benefici educativi
Ma non va considerata solo l’economicità dell’operazione: «Non meno importante è il vantaggio ambientale che si ottiene evitando che cibo commestibile diventi rifiuto e riducendo anche le emissioni di CO2. Un valore aggiunto che aumenta quello più importante sociale. C’e anche un beneficio culturale, in quanto l’opera educativa pone al centro la carità che guarda alla persona come unica ed irripetibile».

Fonte: La Provincia ed. Varese (06/05/2012)