Banco Alimentare. Lucchini «Donare alimenti ridà speranza»
Un'esperienza di carità e la scoperta del prossimo, ma anche la consapevolezza che si fa parte di un progetto più grande, l’Europa, «che non è solo politica e finanza, ma anche solidarietà e unione di popoli». Un aiuto alimentare è tutto questo, Marco Lucchini, il direttore generale della Fondazione Banco Alimentare, parla mentre scorrono i dati Agea sul maxischermo della sala Cavour del ministero delle Politiche Agricole. «Numeri allarmanti ma reali», sospira. Il cruccio è che ora la proficua collaborazione tra profit, non profit e pubblico rischia di arenarsi per un progetto non rifinanziato. La proposta della Commissione europea è «una nuova base giuridica che consenta agli Stati anche, ripeto anche, la possibilità di dare viveri - dice - Ma l`aspetto alimentare deve rimanere separato dal sociale, proprio per il suo valore intrinseco. Sono temi complementari più che concorrenti».
Il rischio di scatenare una "guerra tra poveri" c'è, ma in Europa «mi auguro prevalga il buon senso», L’Italia si sta attrezzando con un fondo nazionale, i ministri Passera e Catania lo hanno appena ribadito, servirà trovare tuttavia 100 milioni di euro. «Quei soldi sono un investimento, non una spesa - Lucchini ne è convinto - Non è fare un favore a qualcuno, lo Stato investe per il bene comune». Il pacco viveri non è soltanto un sostegno momentaneo, «attraverso il cibo, che è una necessita, si crea un’esperienza di prossimità, di coinvolgimento emotivo, perché la vera povertà è la solitudine e donando degli alimenti dai la certezza che qualcuno si preoccupa per te».
Fonte: Avvenire (A.Guer.)
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