Banco Alimentare Piemonte e San Vincenzo d'Ivrea. Oltre 28mila chili di alimenti per i bisognosi


La scure sulle risorse economiche destinate ai consorzi che si occupano di servizi sociali mette in seria difficoltà anche le associazioni di volontariato vicine al consorzio in rete. A questo si aggiunge la diminuzione delle donazioni privare e l'aumento delle richieste di aiuto. Tra le associazioni c‘è la San Vincenzo De Paoli di Ivrea che tende la mano a persone e famiglie della comunità locale. Ne fanno parte 68 confratelli. Spiega il neo presidente Romano Tirassa: «Noi vincenziani aiutiamo direttamente le persone disagiate. Non beneficiamo di aiuti pubblici, ma collaboriamo attivamente ma i servizi sociali per la definizione di interventi e sussidi a sostegno di coloro che si rivolgono a noi. La nostra attività è sostenuta principalmente dalle offerte raccolte negli incontri settimanali dei confratelli, da raccolte di fondi e dalle offerte di persone sensibili e generose. Un notevole aiuto alle famiglie assistite viene anche dalla distribuzione periodica, a cura dei vincenziani, di viveri forniti dal Banco Alimentare. Ma il fatto che ci siano sempre meno aiuti economici per le fasce deboli ci preoccupa moltissimo - continua Tirassa -. Solo l’anno scorso sono ricorse a noi 800 persone. C'è un aumento di richieste del 15%. Tramite il Banco Alimentare abbiamo distribuito 28mila e 374 chili di alimenti nel 2011. E abbiamo speso 9mila e 800 euro per acquistare beni e viveri. Speriamo che chi può possa aiutare noi e le altre associazioni di volontariato a proseguire nel sostenere chi soffre».

I contributi purtroppo diminuiscono: nel 2009-2010 erano stati distribuiti beni alimentari e di consumo per 18mila euro, scesi a 11mila nel 2010-2011. Quest’anno scenderanno ulteriormente. Timori per il futuro ne ha anche il Gruppo mutuo aiuto Grama di lvrea che si occupa dì promuovere l'autonomia e l'integrazione dei disabili. Riferisce la presidente Francesca Cannas: «Siamo 50 soci, tutti con parenti portatori di handicap. Gli utenti dell’associazione sono una trentina. Adesso per usufruire dei servizi del consorzio socio-assistenziale, ad esempio le varie attività socio-educative presso il centro diurno, non paghiamo nulla. Però temiamo che non sarà più così e che si dovranno affrontare delle spese che molte famiglie non si potranno permettere. Credo che il consorzio Inrete riuscirà ancora a fare del suo meglio per venirci incontro, ma è chiaro che alcuni servizi non potranno più essere erogati o dovranno essere pagati. Come i week end del sollievo, cioè periodi in cui il disabile soggiorna nel centro diurno. Week end che quest’anno sono già stati ridotti di numero perché non coprono più tutti i fine settimana, ma solo 30 giorni. «Ora – conclude Cannas - paghiamo una quota di 45 euro, il 30% del costo del servizio. Se si dovesse affrontare la spesa per intero non so quanti potrebbero ancora usufruirne».

Ma anche gruppi di volontariato più piccoli non nascondono i propri timori. Il presidente dell’associazione Airone di Parella, che da dodici anni con i suoi 30 volontari si occupa di assistenza ad anziani nel trasporto per visite mediche e di attività ludico-ricreative, a contatto con gli animali, per ragazzi e disabili dice: «Senza aiuti economici anche solo mantenere i nostri asinelli sarà difficile».

Fonte: Mariateresa Bellomo - la Sentinella del Canavese