Cesara Buonamici dice: Basta sprechi

 

Per millenni siamo andati avanti enza frigo e senza scadenze. E siamo riusciti a prosperare. Certo con più rischi e più danni. Anche se ad ammazzare di più nella storia del mondo non sono state le epidemie o le guerre o le calamità naturali, ma le gastroenteriti: in sostanza il sudicio che ingurgitavamo senza lavarci le mani o senza sciacquare quel che mangiavamo. Ma con l'Unione Europea tutto è diventato più serio: la parola chiave è tracciabilità, con quella grande invenzione che è il codice a barre. Cose importanti.
Ma, come capita spesso, le cose importanti rischiano di diventare manie.
Così c'è chi è capace di non cucinare una pastasciutta perché è scaduta da qualche giorno. L'unico gran vantaggio è che parte di questo cibo viene assunto dal Banco Alimentare, o da altre organizzazioni simili, che provvede a smaltirlo tra chi ha bisogno: è la fine che fanno molti prodotti quasi in scadenza, che la grande distribuzione non riuscirebbe a vendere, perché il consumatore ha imparato a leggere le scadenze. Un buon metodo per fare solidarietà sfruttando la percezione del consumatore. Così funzionano anche molti ristoranti. Anche se in realtà ancora finiscono tra i rifiuti tonnellate di prodotti che potrebbero soddisfare tanta fame. Controlliamo con cura le scadenze, ma usiamo tanto buon senso nel comprare e, se ci avanza qualcosa, doniamolo, non facciamolo finire nella differenziata.

Fonte: Diva e Donna (19/11/13)