Cibo, niente sprechi: nasce la "Rete alimentare cittadina"

Roma, 26 gennaio – Stop allo spreco di cibo, trasformando le eccedenze di mense, supermercati, mercati rionali e negozi in risorsa per chi ne ha bisogno. E' l'obiettivo della "Rete alimentare cittadina" lanciata dal Campidoglio (Assessorato Politiche Sociali) e presentata dall'assessore Sveva Belviso, dal presidente di Banco Alimentare del Lazio Onlus, Antonio Abbate, e dai presidenti dei tre Municipi (I, XII e XVIII) che fanno da apripista.

 
L'anno scorso è stato siglato l'accordo con il Banco Alimentare, ora – in coincidenza con l'Anno Europeo della Lotta alla Povertà Alimentare – si passa alla fase operativa e la rete alimentare ha un nome: Siticibo. Come per RETIS nel campo del lavoro, l'idea di fondo consiste nel far incontrare domanda e offerta, bisogno e disponibilità: da un lato chi produce cibo o ne gestisce grandi quantità – e, in mancanza di alternative, ne getta quotidianamente una parte nella spazzatura –, all'altro capo singole persone e famiglie impoverite dalla congiuntura globale, che con quel "cibo di nessuno" possono integrare la loro alimentazione.
 
La rete alimentare cittadina parte, come già detto, nei Municipi I, XII e XVIII (alla conferenza di presentazione sono intervenuti i rispettivi presidenti: Orlando Corsetti, Pasquale Calzetta e Daniele Giannini); poi, nell'arco di tre mesi, sarà esteso all'intera città. Si prevede che il sistema, una volta a regime, consentirà di recuperare ogni giorno almeno 10.800 pasti, per un valore complessivo di circa 40 mila euro; su scala annuale, 2,5 milioni di pasti all'anno per 8,3 milioni di euro.
 
Il programma operativo è analogo a quello di RETIS: mappatura del territorio – con l'individuazione di chi ha bisogno di cibo e di chi ne ha in eccedenza –, creazione di una sala di coordinamento in grado tra l'altro di intervenire nei casi urgenti, collegamento continuo tra domanda e offerta (coordinato dal Banco Alimentare). Infine la distribuzione, a cura di operatori di enti assistenziali.
 
Gli operatori dovranno garantire tempestività e il mantenimento della catena di conservazione dei cibi, secondo le norme di igiene alimentare. Verranno formati adeguatamente e la loro attività, al posto delle agenzie esterne di distribuzione, farà risparmiare costi alle casse comunali. Per l'avvio e la gestione del programma, il Campidoglio (Assessorato alle Politiche Sociali) ha stanziato circa 200 mila euro.
 
"Ogni giorno", ha detto l'assessore Belviso, "interi sacchi di cibo fresco, in particolar modo pane, finiscono nel cesto della spazzatura. Uno spreco che può essere evitato", con l'educazione alimentare ma soprattutto "facendone una risorsa e dirottandola verso le situazioni di disagio sociale". Un'operazione che "fornirà anche un importante spunto di riflessione per un consumo più consapevole".