Colletta 2012/ La crisi non ha fermato la città solidale

 

"Milano resta milano anche se c'è la crisi." Intervista a Marco Lucchini, direttore genereale della Fondazione Banco Alimentare Onlus

 

 

MARCO Lucchini, direttore generale del Banco alimentare, che significano le migliaia di coperte donate dai milanesi ai senzatetto?

«Al di là del numero molto alto, è la dimostrazione che la gente ha piacere ad aiutare in modo semplice ma concreto. Anche una semplice coperta, che è la prima necessità di chi vive in strada al freddo, è un modo per dire "ti sono vicino". E chi la riceve si sente meno solo».

 

Quindi esiste ancora una "Milano col cuore in mano", quella città solidale che sembrava scomparsa negli ultimi anni?

«Questa iniziativa è la dimostrazione che i milanesi hanno il cuore in mano. In questi anni, con il Banco alimentare, abbiamo avuto la testimonianza di una città solidale. Senza i milanesi che si dedicano agli ultimi, Milano sarebbe una città meno vivibile. Si tratta spesso di gente che dona silenziosamente. Anche con la Colletta alimentare, che ritorna sabato prossimo, noi vediamo la generosità dei cittadini senza distinzione di sesso, razza o religione».

 

La crisi può creare nuovi legami o favorisce invece la disgregazione?

«Ci sono segnali contraddittori. C' è la tendenza a chiudersi e difendere quel poco che si ha, ma quando ci sono occasioni credibili per aiutare i milanesi non hanno problemi a condividere quello che hanno. Ricordo sempre un' anziana, una povera donna, che ha comprato due confezioni da mezzo litro di latte, è venuta da noi e ce ne ha donato uno: "Posso darne solo uno, ma so che qualcuno sarà felice", ci ha detto».

 

C' è stata un' inversione di tendenza negli ultimi anni in città?

«Come per le coperte, è giusto che il Comune intervenga quando manca qualcosa nelle iniziative dei privati. Altrimenti la cosa migliore è collaborare con le esperienze già esistenti, evitando interventi in fotocopia».

 

La Colletta alimentare dimostra che spesso si sprecano energie che invece possono essere valorizzate.

«Si spreca tanto. Noi ci occupiamo di evitare lo spreco alimentare. In 23 anni abbiamo dimostrato che si può fare molto. Non so se recupereremo tutto, ma quest' anno abbiamo valorizzato un milione di pasti, con 50 volontari al lavoro tutte le mattine».

 

Cosa possono fare le amministrazioni?

«Possono eliminare tanti ostacoli burocratici. A Milano, abbiamo avuto dei problemi con le strisce blu o con l' Area C. Stiamo aspettando un intervento del Comune: sarebbe un problema per noi dover pagare per i furgoni che entrano in centro per recuperare il cibo. Capisco che non si vuole aprire a troppe deroghe, ma bisogna distinguere in base ai risultati che si portano alla collettività. Sostenere iniziative come la nostra non dev' essere considerata una spesa, ma un investimento sulle persone»

 

Fonte: www.repubblica.it - di Sandro De Riccardis