Colletta 2013/ Senza cibo e senza casa, i poveri sono migliaia

 

Aumentano i poveri e sabato torna la colletta alimentare, l'iniziativa che trasforma la spesa in un'occasione di solidarietà, dai carrelli di supermercati e botteghe di paese alle tavole dei bisognosi per far fronte all'emergenza fame. I numeri sono grandi e in diocesi continuano a crescere le richieste di aiuto. Abbondantemente più di mille persone al mese ricevono il pacco di cibo dal Banco alimentare perché non riescono ad arrivare a fine mese e si fa sempre più grave il problema abitativo: tra affitto e bollette da pagare, sono il 30 per cento in più rispetto all'anno scorso i nuclei familiari che bussano alla porta della Caritas diocesana e della canonica perché non ce la fanno a sostenere le spese per la casa. A dirlo è don Diego Bardin, arciprete delle tre parrocchie del Duomo, Sacro cuore e degli Angeli, e presidente della Caritas.
Problema abitativo. È questa la nuova emergenza del Feltrino.
Con il mercato del lavoro in crisi, gli affitti diventano insostenibili e per le case di accoglienza in via Nassa c'è una lunga lista d'attesa, con domande sia da parte di extracomunitari che di italiani. La situazione sta peggiorando: «Non ce la fanno a pagare le bollette dopo aver raschiato il fondo dei risparmi e sono tanti ormai gli sfratti», spiega don Diego Bardin. «Senza un impiego stabile che permette di saldare i conti diventa dura riprendersi e tra gli stranieri, in tanti hanno lasciato la città per la carenza occupazionale. Ci sono poi le persone con problemi di salute o invalidità che prima riuscivano a essere collocate tramite realtà sociali e adesso fanno ancora più fatica degli altri». Inoltre, capita spesso che gli anziani tornino a carico delle famiglie che non riescono a pagare la retta della casa di riposo. «Prevediamo ancora un periodo lungo di difficoltà.
Da perte nostra cerchiamo di aiutare fin dove è possibile».
Case di accoglienza. «I miniappartamenti di via Nassa che servono come alloggio temporaneo per chi non ha un posto dove abitare sono tutti occupati e le richieste sono continue», dice il responsabile Rino Dal Ben. «Di più non possiamo fare».
L'accoglienza segue un meccanismo di rotazione e la precedenza viene data alle famiglie con bambini piccoli. E anche qui, se fino a qualche anno fa a chiedere aiuto erano prevalentemente extracomunitari, adesso il profilo di chi si trova in difficoltà non fa più distinzione.
La prima accoglienza. Quello che sta arrivando è il secondo inverno in cui le quattro camere dedicate alla prima ospitalità (sempre in via Nassa) sono chiuse. Servono un bel po' di soldi per renderle funzionali: «Il preventivo dei lavori sarebbe di 120 mila euro, ma con il contributo che ha promesso la Caritas diocesana (circa la metà) vediamo di fare necessità virtù», spiega ancora Rino Dal Ben. «Le camere sono da sistemare, c'era un solo bagno che serviva il piano e l'idea è renderle autonome».
Tanti, troppi alla fame. Hanno superato quota mille i cittadini nel Feltrino che mensilmente ricevono derrate alimentari, ma sono molte di più le persone che vivono sotto la soglia della povertà. Un esercito silenzioso, quasi invisibile eppure in costante, impietosa crescita.
Il quadro della situazione lo fa la nuova responsabile del Banco alimentare in provincia, Maddalena Garolla, che ora si sta preparando alla giornata della Colletta di sabato.
Fare la spesa per chi ha bisogno. Salgono a 49 i punti vendita aderenti (due in più de12012 e sette in più rispetto al 2011), di cui 12 a Feltre e 37 nel circondario con oltre 400 volontari all'opera per spiegare lo spirito della colletta e invitare chi fa la spesa a donare alimenti a lunga scadenza, in particolare olio, prodotti per l'infanzia come omogeneizzati, ma anche pasta, tonno, carne in scatola, riso, legumi e pelati.
Obiettivo, superare la generosità di un anno fa: «Tra l'aumento di punti vendita e la solidarietà, ogni anno si è raccolto più di quello prima», dice Maddalena Garolla. «La necessità c'è ed è sempre in aumento, anche in seguito alle separazioni nelle famiglie».

Fonte: Corriere delle Alpi (27/11/13) - di Raffaele Scottini