Colletta Alimentare 2011. Sempre più bellunesi nell’indigenza

 
BELLUNO - «La situazione è più drammatica di quello che immaginavo». Registra con queste parole la situazione dei bellunesi il referente del Banco alimentare provinciale, Gabriele Minesso. Una situazione critica, a dir poco difficile, aggravata da una crisi che non ha fatto che aumentare il disagio.
 
Minesso sgombra subito il campo ai pregiudizi: «I più interessati non sono gli extracomunitari come qualcuno potrebbe pensare, ma sono proprio i bellunesi, quelli che hanno perso il lavoro o che vivono con gli ammortizzatori sociali e che si trovano nelle condizioni di non avere più i soldi, non solo per mangiare ma nemmeno per pagare le bollette di luce, gas e acqua. E si tratta di fatture pesanti, di alcune centinaia di euro. Se prima la richiesta di aiuto a pagare queste bollette era sporadica, 1-2 ogni 2-3 mesi, adesso invece ci troviamo a dover gestire 2-3 di queste emergenze ogni settimana. La situazione è molto pesante e le associazioni di volontariato, a cui molti comuni hanno demandato il compito di prendersi cura di queste persone, non hanno i mezzi economici per sostenere sulle loro spalle queste criticità».
 
Nel giro di pochi anni il numero di persone che si rivolge al Banco alimentare per avere qualcosa da mangiare è triplicato.
 
Ed è per questo che sabato, in 104 supermercati della provincia di Belluno si terrà, come ogni anno, la tradizionale giornata della Colletta alimentare, la raccolta di pasta, pelati, tonno e quant’altro possa conservarsi a lungo.
 
Chi andrà a fare la spesa, sarà chiamato, se lo vorrà, a donare uno di questi prodotti per permettere a chi è in condizioni di indigenza non solo di poter festeggiare il Natale degnamente, ma anche di avere qualcosa da mangiare nel corso dell’anno.
 
«Il numero dei supermercati aumenta di anno in anno», precisa il referente del Banco alimentare. «Segno che c’è maggiore sensibilità al problema e soprattutto, e questo è l’aspetto negativo, che aumentano le richieste di aiuto da parte dei bellunesi».
 
A chiedere un intervento non sono più quindi gli anziani come capitava 3-4 anni fa, ma famiglie intere. «Un tempo», prosegue Minesso, «la vergogna faceva da deterrente nella richiesta di aiuto, adesso invece la necessità è diventata l’elemento scatenante che fa superare ogni riserbo. Dopo anni e anni di agiatezza e di vita senza problemi», precisa ancora il referente provinciale, «tornare a stringere la cinghia diventa difficile. E’ dura cambiare le proprie abitudini. E questo atteggiamento non fa che acuire le difficoltà. Speriamo soltanto che la tassa di 100 euro sull’acqua non venga più messa, perché altrimenti la situazione diventerebbe davvero insostenibile».
 
L’anno scorso nella giornata della Colletta erano stati raccolti 805 quintali di generi alimentari. «L’obiettivo è superare questo risultato».

Fonte: Paola Dall'Anese - Corriere delle Alpi