Crisi. Anche l'Olanda ha paura


Direttamente da Panorama.it, segnali di preoccupazione da parte della popolazione olandese riguardo l'evolversi della crisi. L'indicazione di tale preoccupazione e della crisi che avanza è data dal Banco Alimentare di Amsterdam (Foodbank Amsterdam) che, da gennaio 2012 ad oggi, ha avuto una crescita elevatissima di richieste di aiuto pari al 30 per cento in più rispetto ai mesi precedenti.

Di seguito l'articolo. Buona lettura.
 
[...] “La gente ha paura. Tutti si chiedono cosa potrà succedere in futuro”. Il New York Times dipinge attraverso le parole di Ellen Bijl, una commessa di un negozio di penne del cuore di Amsterdam, lo stato d’animo di una fra le economie più forti dell’Europa. Anche se la vita dei cittadini non è stata stravolta arrivando ai livelli di gravità visti nei Paesi dell’Europa meridionale, le cose non sono più come una volta.
 
Un indicatore della fiducia in circolazione lo fornisce la Banca Centrale Olandese che ha fatto sapere che da quando la crisi finanziaria è cominciata nel 2007, i cittadini e i fondi di investimento hanno puntato su valute straniere: il franco svizzero ha visto raddoppiare gli investimenti, mentre lo yen giapponese ha visto quadruplicare le preferenze.
 
Finora, infatti, l’Olanda non era mai finita sotto i riflettori e sulla lista dei sorvegliati speciali, ma la recente caduta del governo avvenuta proprio su un taglio di budget da 16 miliardi di euro messo in bilancio per scongiurare il rischio di ritrovarsi impigliati nella crisi del debito che attraversa l’Europa sta facendo cambiare le cose. È stato il partito populista Partij voor de Vrijheid a decidere i giochi, forte della convinzione che l’austerità, invece di contribuire a rimettersi in piedi il Paese, ne ostacola la crescita e rende più difficile recuperare.
 
Secondo l’agenzia di statistiche europea Eurostat, il debito pubblico dei Paesi Bassi è al 65,2% del Pil, cioè notevolmente inferiore a quello della Francia pari all’85,8 % e a quello della Germania all’82,1%. Ma il deficit di bilancio olandese, al 4,6% del suo prodotto interno lordo, è ben al di sopra del limite del 3% stabilito dall’Unione Europea.
 
Il livello del disavanzo non è oneroso come quello della Grecia che tocca il 9% o come quello irlandese al 13%, ma sicuramente rende difficile per gli olandesi continuare a essere una delle voci che, insieme alla Germania – che ancora opera nel rispetto delle regole del disavanzo all’1% del Pil –, predicano la rettitudine fiscale per l’euro-zona. [...]
 
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