Emergenza Alimentare Italia / Chiuse le risorse europee per il Banco Alimentare

 

E' notizia di questi giorni la chiusura, a partire dal 1 gennaio 2014, del Programma europeo che ha garantito le risorse per l'acquisto di beni alimentari distribuiti dalla Fondazione Banco Alimentare in collaborazione con l'Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura).
L'attività del Banco Alimentare si basa sul concetto di dono e condivisione attraverso la raccolta delle eccedenze di produzione alimentare, agricola e industriale per poi ridistribuirle agli enti caritativi (distribuzioni alimentari parrocchiali, associazioni di recupero dalle tossicodipendenze).
Ogni anno, di norma l'ultimo sabato di novembre, viene organizzata a questo proposito la «Giornata della Colletta Alimentare», raccolta di generi alimentari non deperibili che avviene presso i supermercati e durante la quale si chiede ai clienti di donare una parte della spesa alle persone indigenti.
Caritas Italiana ha emanato un comunicato in cui si dice che per il prossimo futuro si potrà contare sul finanziamento di un fondo esistente, ma non ancora attivato destinato agli aiuti alimentari e sul Fead (Fondo Aiuti Europei agli Indigenti), il cui finanziamento dovrà essere
approvato entro il prossimo 10 dicembre.

Sul nostro territorio diocesano sono presenti numerosi Centri di Distribuzione Alimentare che fanno capo ai Centri di Ascolto Caritas. Gli alimenti vengono reperiti attraverso le raccolte parrocchiali, la raccolta del fresco e del difettato di confezionamento dai supermercati, le donazioni di singole aziende e dal Banco Alimentare. Durante il periodo estivo si è aggiunto il progetto «Orto Sicuro», verdure e ortaggi coltivati in modo volontario dagli utenti dei Centri di Ascolto con la supervisione della cooperativa Calafata , in un terreno messo a disposizione dalla Parrocchia di Segromigno in Piano.
La spesa distribuita dai Centri alle
famiglie è basata sul numero di componenti e sulle scorte a disposizione. Pertanto, chi volesse, può contribuire lasciando beni alimentari a lunga scadenza (pasta, scatolame, zucchero, sale, olio, riso) nei cesti presenti all'interno delle chiese parrocchiali.

 

Fonte: Toscana Oggi (3/11/13)