Emergenza Alimentare Italia/ Novemila alla fame nel Comasco. Banco per aiutare chi è in difficoltà

 

Da gennaio, potrebbe mancare cibo alla Como che ha fame e non ha mezzi per sfamarsi regolarmente.
A Como e in provincia, oltre 9.400 persone possono mangiare perché 77 strutture caritative erogano una serie di servizi tra i quali spiccano pacchi alimentari e pasti.
Mai senza cibo, in tutto o in parte, potrebbero anche essere il doppio: tante mani tese, occasionali o sommerse, sfuggono alle rilevazioni.

Di fatto, le 77 strutture distribuiscono nella nostra provincia oltre 648mila chili di alimenti l'anno, per un valore di circa1,8 milioni di euro.

Fra 42 giorni, il cibo da distribuire agli indigenti scarseggerà, ne verrà a mancare il 37%: le strutture caritative non potranno più contare sul programma europeo di aiuti alimentari alle persone indigenti, fondato sul recupero delle eccedenze a vantaggio di chi non ha cibo nel Vecchio Continente.
Attivo dal 1987, il programma doveva già essere esaurito, ma è stato prorogato fino al 31 dicembre, quando sarà stop definitivo. E dovrebbe subentrare un programma nazionale, ma i fondi sono ancora incerti e quattro milioni di persone in Italia, migliaia nel comasco, rischiano di non avere risposte.
Un bisogno primario, quello di mangiare, resterà in soddisfatto?

«No. Vogliamo fare il possibile perché non accada»: è l'impegno ed è l'appello della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca Onlus. Ieri, il presidente Giacomo Castiglioni ha illustrato il modo per combattere la povertà alimentare che nel Comasco non riguarda più solo i senzatetto e gli emarginati "storici", ma riguarda famiglie, disoccupati, madri sole con figli, anziani, i nuovi poveri, trasversali in ogni fascia sociale.

Con risorse della Fondazione Cariplo, la Fondazione della Comunità Comasca mette a disposizione 150mila euro su un bando dal titolo: "La povertà alimentare" rivolto alla rete delle organizzazioni che distribuiscono cibo in provincia di Como: entro il 13 febbraio 2014, potranno presentare progetti.
La Fondazione lo finanzierà per metà, ma il 40% dell'altra metà dovrà essere raccolto con donazioni, coinvolgendo la popolazione in una gara di solidarietà.
Alla presentazione del bando, tra gli altri, hanno partecipato Marco Magnelli, direttore della Fondazione Banco Alimentare della Lombardia e Giuliana Malaguti, responsabile approvvigionamenti del Banco che hanno descritto la situazione di urgenza di cibo, lombarda e comasca e le grandi cifre con le quali rispondono.
Neppure una briciola sprecata.

Fonte: La Provincia (19/11/13) - di Maria Castelli