Facendo i conti sono parte di un sogno

È rimasta affascinata da Banco Alimentare tra i banchi di scuola, all’età di 16 anni, quando il suo Prof. di matematica, Rosario Rizza, Presidente della nostra realtà in Sicilia, raccontava con uno sguardo speciale cos’era la Colletta Alimentare. 

Quel racconto ha determinato l’inizio del percorso di Alessandra con Banco Alimentare: aveva capelli lunghi e ricci, indossava la pettorina da volontaria nei supermercati. Sembra di vedere quello scatto: sorridente, energica, con tanta voglia di donare. 

Ma ciò che lega Alessandra con Banco Alimentare è molto di più di una “la lancetta del tempo”. C’è dietro una Storia. È una storia fatta di intrecci durante i quali Alessandra ha donato a Banco Alimentare la sensibilità di una ragazza di 16 anni; la professionalità di una donna che oggi è referente amministrativa; il desiderio di una mamma di trasferire alle sue bimbe l’amore per il prossimo e “la gioia di donare… che arricchisce profondamente”.

Dopo l’esame di maturità, Alessandra entra a far parte dello staff di Banco Alimentare occupandosi di segreteria organizzativa. Oggi sono trascorsi 22 anni e qualche anno fa, Alessandra accoglie una straordinaria opportunità: essere referente amministrativa. Studiare e laurearsi è sempre stato per lei un sogno nel cassetto e ancor di più quando riceve questa promozione. Così studia, si laurea e accetta l’incarico.

“In ufficio faccio i conti e mi sento parte di un grande progetto – ci dice Alessandra . Un progetto che deve essere accompagnato da una forte responsabilità verso il lavoro. Per me, far quadrare i conti vuol dire proteggere l’Opera, renderla in linea da un punto di vista economico e finanziario”.

Ma è più facile respirare il senso della mission di una realtà come Banco Alimentare in magazzino o durante le attività di raccolta? «Il pacco alimentare – aggiunge Alessandra – è come un puzzle nel quale dentro ci sono tutti i pezzi che lo compongono: c’è il lavoro della logistica, quello amministrativo, quello di comunicazione. Tutti sono indispensabili per far arrivare il pacco alle persone in difficoltà. È la moltiplicazione del suo valore a renderlo parte di quel bene comune che viene generato grazie alla partecipazione di tutti».

“C’è un’immagine che si lega molto a ciò che sento quando lavoro. Un Pellegrino incontra una persona per strada che spacca le pietre e gli chiede cosa stesse facendo, lui risponde: “Non vedi? Mi spacco la schiena a lavorare”. Poi, proseguendo il cammino, incontra una seconda persona che risponde: “Non vedi? Mi guadagno il pane per la famiglia”. Infine, una terza persona dice: “Non vedi? Sto costruendo la cattedrale”. Questa immagine, oltre a raccontare il senso del lavoro per Banco Alimentare (soltanto insieme riusciamo a costruire un’Opera), per me ha un significato profondo. Costruire una cattedrale significa non legare l’Opera a noi, ma donarla al territorio affinché restituisca bellezza e solidarietà”.

La fotografia di Alessandra, di oggi, è bella… con colori, forse, più accesi e forti di 22 anni fa. C’è il dolce sorriso di una mamma che trasferisce alle sue bimbe il valore del dono: “Alle mie figlie vorrei insegnare il valore del sacrificio, a non dare tutto per scontato, ad aiutare il prossimo. In questa corsa quotidiana - nella quale alle volte facciamo persino fatica a fermarci e chiederci come sta l’altro - ci sono storie difficili. Luce può esserci se impariamo a guardare, ad aiutare”.

“Se penso alle difficoltà che vivono tante persone, all’incontro con i volontari, al Pacco alimentare che arriva a casa e speranza crea… penso che sia frutto di qualcuno che dall’alto ti protegge, non ti lascia solo e vuole aiutarti. È un raggio divino che scatena l’incontro. È un raggio divino sentirsi parte di un Grande progetto”.