Fondazione Banco Alimentare e Comune di Roma. Recuperati 200 quintali al giorno di pane per i bisognosi della Capitale


In fondo basta poco per aiutare chi ha bisogno, anche quello che avanza dalle nostre tavole. Lo sostiene da ben 22 anni il Banco Alimentare e lo hanno dimostrato, martedì scorso (24 gennaio 2012, n.d.r.), i panificatori di Roma con il progetto "Il pane a chi serve". In poche ore quintali di prodotti da forno invenduti sono stati destinati a parrocchie e strutture di solidarietà. È bastato recuperare parte dei 20.000 kg di pane che ogni giorno avanza a Roma (secondo la Coldiretti pari al 10% della produzione totale), caricare tutto sui furgoni e garantire loro una destinazione sicura. Ed è ciò che accadrà ogni giorno in varie zone della città, questa la nuova sfida della Capitale. L'iniziativa, che recupera dunque prodotti destinati allo smaltimento e li distribuisce a persone in condizioni di bisogno, è nata da un appello lanciato dall'Unione Panificatori della Confcommercio di Roma sullo spreco di pane giornaliero, raccolto dalle Acli di Roma e finanziato con 150 mila euro da Roma Capitale. Il progetto partito in via sperimentale nelle zone della Garbatella, San Paolo, Ostiense, Appio Latino e Monte Sacro, Valmelaina, Castel Giubileo e Casal Boccone ha già coinvolto 15 forni ed ha l'ambizi0so obiettivo di influenzare non solo tutta Roma, malo stivale intero.

«Si tratta di un motivo d'orgoglio per noi panificatori», ha commentato il presidente Unione Panificatori Confcommercio di Roma, Giancarlo Giambarresi, che ha spiegato che «il progetto è nato in seguito ad una segnalazione che abbiamo fatto circa un anno fa perché noi panificatori ci siamo accorti che la fascia dei bisognosi aumentava notevolmente, quindi vedere una risorsa come il pane nell'immondizia non era dignitoso per la nostra professione». E il plauso di Alemanno non si è fatto attendere: «Il pane è il simbolo migliore per dire stiamo attenti, non sprechiamolo, È un progetto che potrebbe essere esteso a tutta Italia in base al principio di sussidiarietà, che dimostra che si possono dare risposte assolutamente impensabili a chi ha bisogno utilizzando le grandi energie delle associazioni e delle comunità». Secondo i dati di Coldiretti in Italia si stimano 37 miliardi di euro per lo spreco di cibo. «È una cosa davvero intollerabile - tuona il direttore generale del Banco Alimentare Onlus, MIarco Lucchini -. Il cibo è un dono di Dio che, purtroppo, nella società del "produco quanto voglio", viene trasformato in strumento di potere. Ed ecco il paradosso, trainati da consumismo e leggi di mercato, non ci accorgiamo che ogni giorno, sotto i nostri occhi, c'e chi vive la necessità impellente di sfamarsi».

Sul pane di Roma donato a chi ne ha davvero bisogno, Lucchini ha parole di coraggio: «È davvero una buona notizia. Siamo molto felici che la cultura della solidarietà sia diventata il fiore all'occhiello del nostro Paese. Il Banco Alimentare è operativo dal 1989 e dopo anni di lavoro possiamo dire che ciò che abbiamo fatto e "predicato”per lungo tempo alla fine è giunto sotto gli occhi di tutti. Parlo della legge della gratuità, il principio del "se ciò che non ti serve è vitale per gli altri, allora donalo"». La Fondazione Banco Alimentare Onlus è dislocata in 21 presenze sul territorio, conta 1.400 volontari e garantisce aiuto a 8.200 strutture caritative. «Recuperiamo eccedenze di produzione agricola, dell'industria alimentare, della grande distribuzione e della ristorazione organizzata – spiega Lucchini - Con le segnalazioni della gente lo scorso anno abbiamo recuperato 60mila tonnellate di prodotti in eccesso. E nel corso della scorsa "Giornata della Colletta Alimentare” abbiamo raccolto invece 9.600 tonnellate di spesa. Segnalate, aiutateci a sostenere questa "diga" di associazioni di solidarietà, perché se questa crolla allora avremo un mare di un milione e mezzo di bisognosi da arginare».
 
Fonte: Corriere Nazionale (02/02/2012)