Fondo nazionale per gli indigenti per 1,78 milioni di persone che non possono permettersi un pasto adeguato

 

Martedì 22 gennaio, l’Istat (Istituto nazionale di statistica) pubblica “Noi Italia”, la quinta edizione del sistema informativo che raccoglie in 118 schede diversi aspetti del Paese.
Dal rapporto emerge che nel 2011 le famiglie in condizioni di povertà relativa* sono l'11,1%: si tratta di 8,2 milioni di individui poveri, il 13,6% della popolazione residente. La povertà assoluta, invece, coinvolge il 5,2% delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui.
Un altro dato che emerge è che il 22,4% delle famiglie residenti in Italia (13,5 milioni di individui) vive in una situazione di disagio economico, tra queste il 13,2% dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni (6,9% nel 2010).


Mercoledì 23 gennaio, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, durante la conferenza stampa convocata al Mipaaf, illustra le azioni di governo attuate nel 2012 in ambito agricolo e le principali sfide che l’agroalimentare italiano dovrà affrontare nel 2013 a livello nazionale e comunitario.
Di seguito riportiamo l’estratto del documento “Un anno di politiche agricole”, dedicato all’aiuto agli indigenti.

Fondo nazionale per gli indigenti
La questione: Il sostegno agli indigenti è un tema su cui si misura la capacità del Paese di dare risposte esaurienti a un dramma sociale, che si è fatto ancora più acuto negli ultimi anni. Nel 2013 si conclude l’attuale programma europeo di aiuti agli indigenti. Si tratta di programma nato all’interno della Politica agricola  comune, per fare da ponte tra l’attività dell’agricoltura europea e il mondo della sofferenza. Si è rivelato essere un sistema davvero efficace: ai poveri, negli ultimi anni, sono stati consegnati oltre 100 milioni di euro l’anno in pasti e pacchi alimentari. Ciò è stato possibile grazie all’impegno delle associazioni caritative, che si sono occupate materialmente della distribuzione degli aiuti sul territorio. Solo nel 2012, con il programma, è stato possibile assistere circa 3.600.000 persone. Di questi, circa il 10% sono bambini sotto i 5 anni e il 14% sono anziani sopra i 65 anni. Purtroppo, alcuni Paesi del’Unione Europea non vogliono che questa misura venga rifinanziata oltre il 2013. Quindi, nonostante l’assoluto impegno da parte nostra per evitare che ciò accada c’è il rischio che il programma si concluda a breve. Per non rinunciare all’idea di una società inclusiva e fare in modo che le fasce più deboli continuino ad essere tutelate ho previsto l’istituzione di un fondo nazionale per gli indigenti in modo tale da non lasciarli senza aiuto nel caso in cui il programma europeo non venga rifinanziato.
Come agisce la legge: È istituito presso l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura un fondo per il finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti nel territorio della Repubblica italiana. Le derrate alimentari sono distribuite agli indigenti mediante organizzazioni caritatevoli.
Entro il 30 giugno di ciascun anno viene adottato il programma annuale di distribuzione che identifica le tipologie di prodotto, le organizzazioni caritatevoli beneficiarie nonché le modalità di attuazione. Gli operatori della filiera agroalimentare possono destinare all'attuazione del programma annuale derrate alimentari, a titolo di erogazioni liberali, secondo modalità stabilite dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Ai fini fiscali, in questi casi si applicano le detrazioni d’imposta relative alle erogazioni liberali. Ai fini del reperimento sul mercato dei prodotti identificati dal programma l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura opera secondo criteri di economicità dando preferenza, a parità di condizioni, alle forniture offerte da organismi rappresentatividi produttori agricoli o imprese di trasformazione dell'Unione Europea.
Vedi la Legge: Articolo 58. (Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone
indigenti) - D.L. “Sviluppo”, convertito con modificazioni, dalla Legge n° 134/2012.

 

Furgone del programma Siticibo


* La soglia di povertà relativa è calcolata sulla base della spesa familiare rilevata dall'indagine annuale sui consumi. La spesa media mensile per persona rappresenta la soglia di povertà per una famiglia di due componenti. Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore al valore, definito annualmente, vengono quindi classificate come povere.

 

Per leggere il rapporto completo Istat clicca qui

In allegato il rapporto "Un anno di politiche agricole" completo