Gli emarginati invisibili

 

Fonte: Mariangela Musolino / La Voce - Settimanale i informazione dell'Umbria

C’è una porzione di società che vive nell’indigenza e, a volte, anche all’ombra dell’emarginazione,  spesso rinchiusa nei moderni ghetti della nostra città senza fare rumore. Famiglie, donne, uomini, anziani, e bambini che hanno difficoltà ad inserirsi nel tessuto sociale cittadino. Chi si occupa di dare sostegno a queste persone?
A Perugia, tra le varie strutture caritative, opera fin dalla prima metà dell`0ttocento un gruppo di persone ispirate al carisma di san Vincenzo de' Paoli: il gruppo oggi chiamato di Volontariato vincenziano (G.v.v.), che assiste, in molti casi a domicilio, moltissime di queste persone indigenti portando viveri, indumenti, biancheria per la casa. Questa realtà, la cui referente è Giovanna Monasterio, offre anche lezioni di italiano per stranieri, aiuto pomeridiano nei compiti a bambini e ragazzi e assistenza ai malati.
 
“A volte sono le parrocchie a segnalarci i casi di maggiore bisogno - spiega la Monasterio - oppure le persone stesse che vengono la prima volta in sede per chiedere qualche sussidio. Ad oggi a Perugia siamo in 25 volontari ed assistiamo ogni anno circa 1.500 famiglie, per un totale di 5.000 pers0ne”. ll problema più urgente per il Gvv di Perugia si chiama oggi: ricambio generazionale. Come spiega la presidente Belati: "C’è bisogno di reperire nuovi volontari tra i giovani per trasmettere il senso di quello che facciamo e trovare una continuità, per non estinguerci come gruppo”.
 
Dall’operosità di alcuni volontari del Banco Alimentare (la fondazione che recupera eccedenze alimentari e le ridistribuisce gratuitamente ad associazioni ed enti caritativi) è nato in Umbria nel 2008 l`ente Banco di solidarietà alimentare, una emanazione del Banco che distribuisce direttamente alle famiglie bisognose i prodotti alimentari. “Siamo partiti da qualche famiglia nel bisogno - spiega il presidente, Beniamino Setta - e oggi serviamo 80 famiglie nel circondario di Perugia, di cui il 70 per cento extracomunitarie". Sella spiega che le segnalazioni arrivano dai servizi sociali del Comune di Perugia e poi il passaparola tra chi ha bisogno fa il resto, Le 20 squadre composte da due persone si recano personalmente una volta al mese presso le famiglie segnalate e portano il pacco di viveri.
 
“Non è con quel pacco che si intende sfamare quelle persone – prosegue ancora Setta - ma si cerca di portare compagnia, aiuto, di raccogliere uno sfogo di queste tante persone nel bisogno”. Come hanno potuto constatare i volontari del Banco di solidarietà, è la mancanza di lavoro una delle piaghe principali in queste realtà. I numeri delle persone indigenti assistito da questi due presidi di volontari sono importanti, specie contando che gli aiuti sono portati in campo dalle forze di cit-tadini privati, molto volenterosi. Purtroppo però questo non basta a soddisfare i bisogni dei moltissimi poveri e delle nuove povertà che si affacciano sul decennio in corso.