Il dati ISTAT sulla povertà 2017, in Italia spaventano, ma non scoraggiano. Tutti possiamo fare qualcosa.

“I dati ISTAT, sulla povertà 2017, in Italia spaventano, ma non scoraggiano. Tutti possiamo fare qualcosa." 

La povertà assoluta colpisce nel 2017 oltre 5 milioni di individui, superando di molto il dato rilevato nel 2016. Il 10,3% delle famiglie non riesce più a soddisfare i minimi bisogni di sopravvivenza, senza ricorrere continuativamente ad aiuti; l’anno prima era l’8,3% delle famiglie del nostro paese.

In tempi in cui si annuncia con ottimismo la “timida fine della crisi”, un così netto peggioramento degli indicatori di povertà è un preoccupante e drammatico richiamo alla realtà.

Per certo, le categorie e le aree più deboli non vedono inversioni di tendenza, e i primi interventi di sostegno al reddito non sono ancora riusciti ad incidere su un numero significativo di famiglie. Forse tra i poveri ci sono anche i più poveri.

La Rete di Banco Alimentare è presente in tutta Italia; per questo è attenta a cogliere i segnali, soprattutto quando sono così gravi e così diffusi in tutto il Paese.

La nostra attività di sostegno a circa 8.000 Strutture Caritative, tramite la consegna di alimenti recuperati e donati, conferma nella propria esperienza quotidiana queste statistiche. In particolare quelle che riguardano l’impennata delle percentuali di indigenti al Sud e nelle aree metropolitane del Nord.

Come ci interroga questa odierna informazione?

La prima reazione di Banco Alimentare è misurabile dagli attuali sforzi nel recupero delle eccedenze alimentari: questa attività sta producendo risultati in continua crescita. Aggiungerei però che questi numeri allarmanti devono indurre sempre di più gli operatori della filiera alimentare ad aprirsi a progetti di recupero eccedenze, fondamentali e preziose per chi non ha il necessario. Inoltre, Banco Alimentare è chiamato sempre più spesso a partecipare a progetti che mettano al centro la gravissima piaga della povertà alimentare nei minori, in condizione di vera fame (per ISTAT sono 1,2 milioni). Alla emergenza dei giovani in cerca di lavoro, condizione minima per agire nella società, si aggiunge in tutta evidenza lo scandalo dei minori, il nostro futuro, per i quali non è nemmeno disponibile una minima, sana e dignitosa alimentazione. Siamo sempre “in campagna” reclutamento, alla continua ricerca di partner privati, aziende soprattutto alimentari, da coinvolgere in queste iniziative.

Ci preme molto sottolineare un’altra richiesta: rinnoviamo in modo deciso alle Amministrazioni Pubbliche l’appello per una veloce e coraggiosa applicazione degli incentivi e facilitazioni indicati dalla legge 166/2016, in modo da favorire e promuovere una sempre crescente cultura del recupero del cibo, salvandolo dalla distruzione.

Infine, riaffermiamo che tutto il Terzo Settore è incessantemente mobilitato nel lavoro e nell’intervento, secondo le proprie specificità. Moltissimi sono i progetti e le attività a cui noi partecipiamo con numerosi altri partner e realtà associative: ognuno sta facendo la sua parte, con grande impegno comune.

Ma l’enorme massa di indigenti e questo generoso brulicare di operatori della solidarietà pongono anche agli attori della politica una pressante richiesta: che al di là delle promesse, talvolta vane, si impegnino in misure di intervento urgenti, sostenibili e decisive, ad esempio portando a termine velocemente e con coraggio processi già avviati, ma mai proseguiti. Vari organismi e tavoli del Terzo Settore hanno già avanzato richieste, proposte e progetti agli amministratori competenti. Attendiamo tutti risposte concrete e immediate, passando da temi utili a una facile cattura del consenso a interventi sostenibili, costruiti con il confronto franco con chi opera quotidianamente sul campo.

Intanto, come molti altri operatori, Banco Alimentare non si sottrae alla responsabilità cui tutti siamo chiamati. Siamo pronti ad incrementare gli sforzi, tenendo sempre presente il richiamo di Papa Francesco: i poveri non sono numeri ma Persone, volti, dignità da riconoscere, angosce da incontrare. E vogliamo andare loro incontro insieme a tutti i nostri partner di oggi, di domani e insieme alle Strutture Caritative convenzionate. Oggi più di ieri siamo consapevoli che di fronte alla sfida posta dalle condizioni inumane di tantissimi, possiamo fare qualche cosa subito, ma soprattutto insieme.

Milano, 28 giugno 2018