Il ritorno di Renzo. Quella luce mai spenta
Renzo è uno di noi. Anche se per tanto tempo non lo si è visto, non è stato fisicamente presente, non ha messo piede in magazzino se non la sera della Colletta per scaricare un furgone, Renzo è sempre stato uno di noi. Renzo è Renzo Di Lizio: assicuratore di Bucchianico, paese natale di San Camillo de Lellis, ma con un’agenzia a Chieti Scalo, marito e padre di quattro figli, una persona come tante che ogni anno indossa la pettorina gialla e chiede cibo per chi non ne ha davanti a qualche supermercato della sua zona. Così qualche settimana fa ha colto la palla al balzo, e ha fatto riemergere prepotentemente quel “noi”, rendendo possibile, insieme ai suoi colleghi della regione Abruzzo una significativa donazione di Itas Mutua alla sede locale del Banco Alimentare.
Racconta Renzo: “L’area centro sud del nostro gruppo è stata assegnataria di un budget da destinare al territorio. Nel dna del gruppo Itas, del resto, c’è da sempre l’attenzione a quanto di buono accade tra le persone, le imprese, le associazioni e le realtà vive dei luoghi in cui è presente. In altri termini, in un contesto in cui esiste una forte spersonalizzazione dei rapporti, Itas crede ancora molto nelle relazioni concrete che generano il bene”. Per individuare a chi destinare questa donazione, quindi, si è formata una piccola commissione: “Nel corso di una riunione – riprende Renzo -, dopo aver ragionato su varie alternative, un collega tirò in ballo proprio il Banco Alimentare. Mi si è acceso il cuore! Dopo aver detto che conoscevo bene questa realtà, mi sono subito messo in moto: ho ripreso contatto con Mimmo, il direttore, che mi ha fornito dati, informazioni e aggiornamenti sul Banco Alimentare nella nostra regione. Così, alla riunione seguente della commissione, di fatto siamo stati subito tutti d’accordo: la scelta è caduta sul Banco Alimentare, che ho presentato come realtà affidabile e meritoria della donazione, scelta poi confermata dal management di Itas, che ben volentieri è poi anche venuto a Pescara per visitare il magazzino e lasciarsi conquistare insieme ai direttori delle varie filiali abruzzesi e ad alcuni operatori”.
Renzo, perché ti si è acceso il cuore? “Perché da sempre il Banco Alimentare, che per me aveva soprattutto il volto della Colletta Alimentare, è luogo di rapporti veri: è bastato un attimo per ritrovarsi, per risentirsi parte di una storia comune, che non era mai venuta meno, anche se magari era silente. Persone come Mimmo, che conosco da tempo, non sono mai scomparse dal mio cuore, e questa occasione mi ha permesso di riabbracciarle. La Colletta, in particolare, mi ha sempre insegnato che quando chiedi qualcosa a qualcuno, devi avere delle ragioni chiare. Ecco: quelle ragioni sono all’origine di questo mio rapporto con il Banco Alimentare che, di fatto, educa ad una carità verso se stessi, prima ancora che verso gli altri”.
E ora che succede Renzo? “Ora succede che intanto quella donazione non è rimasta fine a se stessa: con Itas abbiamo pensato a dei percorsi di sensibilizzazione nelle scuole sul tema dello spreco e per far conoscere il Banco Alimentare. Quanto a me, sono già numerose le idee che sto iniziando a condividere con il direttore e con gli amici ritrovati: persone che ci sono sempre state, anche se ci si è persi un po’ di vista. Ma è bastato veramente poco: quando un rapporto è vero e, soprattutto, libero, basta seguire la realtà che accade, quello che ci pone di fronte, per ridarci possibilità inimmaginabili. Grazie al mio lavoro, la strada mia personale e quella del Banco Alimentare si sono nuovamente incrociate”. Per tutto questo, Renzo è sempre stato e rimane uno di noi.