La festa del Banco Alimentare
Non è stato un evento autocelebrativo, ma una festa: la festa delle persone che lungo gli anni hanno in vario modo contribuito e contribuiscono a realizzare e a vivere loro stessi, in prima persona, la gratuità di questa iniziativa che si chiama Banco Alimentare.
Trent’anni di storia sono infatti trent’anni di coinvolgimento personale in una esperienza di condivisione gratuita del bisogno e di tentativo sincero di darvi risposta, consapevoli del limite di tutto ciò che facciamo. L’esperienza vissuta ci insegna infatti che ciò che conta non è risolvere i problemi del mondo, ma educarci alla carità e testimoniare la grazia che ci è stata a nostra volta donata nell’incontro con il cristianesimo. Vivere insomma l’esperienza di una umanità nuova e più vera, realizzare un piccolo pezzo di società cambiata dentro la confusione e il bisogno di questa società.
Questa novità umana è il cuore pulsante del Banco Alimentare. È la dedizione dei volontari, giovani e anziani, che hanno fatto nascere il Banco, lo hanno fatto crescere e diventare ciò che è oggi, con questo magazzino, e che permette a quest’opera di essere viva e operante quotidianamente nella nostra città e in tutta la regione. È l’impegno altrettanto gratuito di coloro che operano nelle centinaia di strutture caritative attraverso le quali raggiungiamo concretamente le persone bisognose.
Questa novità umana è anche la ragione per la quale tante persone, non necessariamente provenienti dalla stessa storia si sono coinvolte in una esperienza di “bene” che, quando c’è, non lascia indifferente nessuno.
Per questi motivi abbiamo voluto celebrare il trentennale del Banco come una festa con tutti coloro che vivono con noi questa esperienza, ma, al tempo stesso, cercando anche di ricontattare, invitare, rincontrare o anche solo risentire amici che hanno percorso pezzi di strada con noi negli anni passati, a volte aiutandoci in modo inaspettato e imprevedibile in momenti per noi difficili.
Proprio perché è stata la festa di una esperienza di vita, pur non disponendo di grandi mezzi, ci siamo adoperati anzitutto per rendere bello e accogliente il luogo in cui normalmente si svolge la nostra attività, cercando di curare ogni cosa, l’allestimento della mostra, gli addobbi, il cibo… E qui non posso non parlare della gara di pesto organizzata dal bravissimo Roberto Panizza che ha saputo condurla in modo assolutamente simpatico e coinvolgente sotto lo sguardo attento dei giudici Paolo Massobrio e Roberto Perrone. Alla gara, tappa del campionato mondiale di pesto al mortaio, hanno partecipato 10 concorrenti, fra cui lo stesso presidente della Fondazione Banco Alimentare Andrea Giussani.
Alla fine ciò che ha colpito tutti è stato il clima di affetto, di familiarità, di gratitudine che si respirava tra la gente, un clima in cui la “scaletta” che avevamo preparato è più volte saltata, proprio come accade nelle cose vere della vita, tra “ compagni di Banco” insieme da trent’anni.