La vita: una ruota che gira
Mi chiamo Giovanni e oggi, insieme alla mia famiglia, dirigo un’azienda a Villabate, in provincia di Palermo. A dispetto di quanto possa sembrare adesso, però, la mia vita non sempre è stata facile. Anzi. La mia è una storia di sacrifici, oltre che di soddisfazioni; di momenti in cui avrei preferito non essere mai nato, oltre che di momenti felici. La mia è una storia che parte da lontano.
Avevo solo 5 anni quando mia mamma venne a mancare e mio papà, non riuscendo a mantenere me ed i miei tre fratelli, decise di mandarmi in un orfanotrofio, dove sono rimasto per cinque lunghissimi anni. Anni che mi sono sembrati infiniti. Uscito di lì, mi sono dato da fare con mille lavoretti, soprattutto nelle campagne della Conca D’Oro di Palermo, fino a quando trovai lavoro come ambulante di gelati. Lavoravo solo d’estate e mai sarei riuscito a vivere una vita dignitosa se sul mio cammino non avessi incontrato Lucia, Franco, Pinuccio e tutti gli altri volontari di una struttura caritativa attiva su Palermo. Angeli custodi che per anni mi hanno supportato, sostenuto, salvandomi i pranzi e le cene… salvandomi la vita. Anche grazie a loro, sono passato dal carretto dei gelati ai… surgelati! Sì, perché qualche anno fa ho fondato la mia azienda di surgelati (chi se lo sarebbe mai aspettato?!). Un’azienda che non sarebbe la stessa senza lo splendido team di 32 persone che ci lavorano dentro; tra questi anche mia moglie, i miei due figli e tre dei miei nipoti… Non potete capire la soddisfazione, la gioia. E mai dimentico il mio passato, mai dimentico da dove sono partito. Per questo ora collaboro con il Banco Alimentare della Sicilia: lo stesso che distribuisce i prodotti a Lucia, Franco, Pinuccio che sono ancora in servizio dopo tutti questi anni! E, ogni volta che posso, ogni volta che ne ho occasione e possibilità, dono parte della mia produzione alla sede di Palermo, la stessa che, indirettamente e tramite i miei angeli custodi, mi ha aiutato a risalire dal fondo in cui ero sprofondato. Perché la vita è così: una ruota che gira… oggi tocca a me, domani potrebbe toccare a te. Ed io, che il bisogno l’ho conosciuto e toccato da vicino, mai potrei rimanere indifferente di fronte ad esso.