L’asilo riservato ai bimbi clandestini

L’Hogar del Nino è una struttura che ospita i piccoli senza documenti. Quando li ottengono devono lasciare il posto ad altri. Gestita da educatrici part-time ha ottenuto aiuti dal Comune, Cariplo e dal banco alimentare.

 

Esiste un posto dove i bambini vengono inseriti solo se non hanno i documenti in regola, parlano poco l'italiano, meglio ancora solo lo spagnolo e non hanno ancora la residenza a Milano. Si chiama Hogar del Nino, due stanze, una fucsia l'altra gialla. E' un asilo nido gestito da donne peruviane e riservato solo ai bambini sudamericani, meglio ancora se clandestini. A quelli che sono appena arrivati in Italia, a quelli che sono nati a Milano ma non possono accedere agli asili comunali perché i genitori sono privi del permesso di soggiorno, a quelli che non si possono permettere le rette degli asili privati dai 600 euro in su al mese. Hogar del Nino è in via Fonseca Pimentel 5, in una palazzina con vista sul ponte della ferrovia che taglia in due il quartiere di via Padova. E non poteva nascere che lì, nel quartiere milanese degli immigrati per antonomasia.

Una realtà unica che sfida le regole imposte dalla burocrazia comunale e privilegia invece tutti quei bambini che non sono previsti dai regolamenti delle strutture pubbliche. «Siamo nati per dare una mano a tutte quelle mamme che con i bambini piccoli in casa non possono permettersi di andare a lavorare- spiega la presidente Carmen Sanchez- E senza lavoro, si sa, non si può né chiedere, né ottenere il permesso di soggiorno. I bambini che teniamo al nido sono tutti figli di colf, badanti, baby sitter. La maggior parte di loro, quando la gravidanza comincia a notarsi, perde il lavoro. E con un piccolo a casa poi è difficile ritrovarlo». All'Hogar del Nino lavorano due educatrici part-time. Ma sarebbe impossibile andare avanti se non ci fossero aiuti esterni. I pasti per esempio. Molti bambini hanno solo poco più di sei mesi. Servono gli omogeneizzati che vengono forniti gratuitamente dal Banco Alimentare. «I pasti per i bambini arrivano da loro - spiega ancora Carmen - ma si stanno attivando per procurarci anche i pannolini e qualche vestitino per i nostri bambini». E ancora: le pulizie vengono effettuate dalle mamme stesse o la mattina prima di lasciare il bambino o nel pomeriggio quando lo vanno a riprendere . La quota mensile all'Hogar del nino è di soli 200 euro al mese, un terzo rispetto ad una struttura privata, la metà rispetto a un asilo comunale.

Grazie al passaparola quasi ogni giorno ci sono colloqui con mamme che chiedono un posto in questo nido. «Stiamo cercando di allungare gli orari. Aprire prima delle 8 e chiudere alle 18.30 invece che alle 16.30, ma già così facciamo i salti mortali». La Fondazione Cariplo, saputo che aveva aperto questa struttura, un mese fa ha stanziato una donazione di ottomila euro all'anno fino al 2013. Le donne che gestiscono il nido hanno chiesto un aiuto anche al Comune. «La risposta è stata di un contributo pari a 90 euro all'anno - dice Carmen -, va bene lo stesso». Qui i bambini possono restare fino a che i genitori si sono messi in regola con il permesso di soggiorno. Poi vengono invitati a rivolgersi alle strutture pubbliche e lasciare il posto ad altri bambini senza documenti. All'Hogar si parla una lingua mista di italiano e spagnolo. «Una specie di itagnolo - scherza la presidente -. Si tratta di bambini che in casa sentono parlare solo spagnolo, ma facciamo il possibile per parlare con loro anche in italiano. Anche con le loro mamme, per inserirle in Italia con un lavoro stabile il prima possibile». 

Alessandra Pasotti
Fonte:
Il Giornale