L'ultimo rifugio
Articolo vincitore del Premio Journalist Award 2010, concorso giornalistico istituito dalla Commissione europea, in occasione dell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale (dicembre 2010). Fonte: Club3-Vivere in Armonia, maggio 2010.
Una notte nel dormitorio di viale Ortles a Milano in compagnia di chi ha perso tutto, affetti compresi
L'ultimo rifugio
di Marco Ratti
Marco Ratti è entrato alle 13.30 di lunedì 22 febbraio 2010 nel dormitorio gestito dal Comune di Milano in viale Ortles 69 e ci è rimasto fino alle 9.30 del giorno seguente. In questo modo, senza dichiararsi giornalista, ha potuto raccogliere le storie di molti ospiti. Un modo per capire la vita di chi non ha niente.
Non serve molto per entrare nel dormitorio milanese di viale Ortles 69. Bastano un documento d’identità, una storia di normale miseria, un paio di jeans messi male, qualche abito sciupato, la barba incolta. Ma per inserirsi davvero in questa microcomunità, e per farlo alla svelta, ci vuole un’altra cosa: un volto che lasci trasparire solo la disperazione e lo spaesamento di chi non ha niente e nessuno su cui contare. Di chi è finito lì quasi per caso, ma che potrebbe trovarsi in qualunque altro posto senza che il suo senso di solitudine arretri di un millimetro. È questo, infatti, il filo rosso che unisce le storie così uniche e diverse degli oltre 400 inquilini della più grande casa d’accoglienza di Milano. Dove si viene identificati più per numero che per nome.
Un numero da mandare a memoria e da non scordare mai: serve per avere un letto su cui dormire, un cuscino, una federa, un copriletto, due lenzuola, una coperta, un asciugamano pulito, un rotolo di carta igienica, un posto in cui fare la doccia e una cena. La struttura è formata da sette padiglioni, articolati in grossi stanzoni, a loro volta suddivisi da pareti mobili che permettono di avere camere da due posti ciascuna. Un ambiente dignitoso, che viene pulito tutte le mattine (per questo motivo, bisogna uscire dalle 9.30 alle 13.30) […]
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