Mimmo, dalla pena ad una grande amicizia
Ci sono incontri nella vita che ti cambiano la prospettiva, il modo di vedere e giudicare le cose… Quello con Mimmo è stato proprio così. In una tiepida mattina di gennaio del 2018 si presenta un uomo piccolo di statura, magro con i baffetti di altri tempi, familiari ad una realtà profondamente sicula, “Buongiorno sono Leone, mi manda Lupo” il modo di presentarsi di quest’uomo apparentemente burbero nonostante la divertente presentazione, non voluta, mi ha subito, non solo incuriosita ma ha immediatamente suscitato in me una profonda simpatia e tenerezza.
Mimmo Leone ha una condanna da scontare e tramite il suo legale (Lupo) entra in scena nel nostro mondo, mondo a lui sconosciuto dove attraverso la semplicità di un lavoro di magazzino semplice come spostare scatole sulle pedane o pulendo e rassettando il magazzino, diventa il protagonista di questa storia.
Mimmo è ubbidiente segue le indicazioni del magazzino per filo e per segno anche se analfabeta e anche in ufficio inizia a farsi conoscere collaborando e deliziandoci con i frutti della terra che coltiva come hobby. Rimanendo in silenzio e ligio al dovere, nelle pause ci racconta, in dialetto della sua famiglia del suo vecchio lavoro come impresa edile e del suo bellissimo paese di mare che si trova a due passi dal nostro magazzino. È così è iniziata un’amicizia con dipendenti e volontari.
Oggi Mimmo dopo quasi tre anni è ancora tra di noi, e non perché la sua pena fosse così lunga ma perché immediatamente alla fine, naturalmente senza neanche chiedere troppo il permesso, ha voluto rimanere tra di noi. "Voi siete la mia famiglia, vi voglio bene." Qualche responsabile o volontario delle strutture caritative che vengono a ritirare la merce, si ferma a parlare con lui, che sempre esordisce così “Io sono arrivato qui per una disgrazia e meno male perché ho trovato una famiglia”. Quest’anno ha voluto festeggiare con noi il suo compleanno, i suoi anni di cui, come lui ha detto, gli ultimi anni spesi per incontrare degli amici diventati anche dei fratelli…Voi siete la mia famiglia io sono unito con voi e voi siete uniti con me, il Banco Alimentare è il mio orgoglio “Ti do il numero di mia moglie così gli mandi le foto io whatsappi nun ci l’haiu, così vedono anche loro con chi passo il mio tempo perché sono orgoglioso di essere uno di voi... " Tantissime volte ci ha ripetuto questo, anche davanti a cento persone e in occasione di una presentazione della colletta, emozionato e con le lacrime agli occhi.
Il nostro compito qui al Banco Alimentare è quello di distribuire cibo e anche Mimmo si muove verso questo obbiettivo rientrando dentro le regole di una logistica sempre più complicata… Ma con lui che si adopera per questo è tutta un'altra storia, perché in fondo il cibo oltre ad avere il compito di sostenere tante famiglie in difficoltà è anche una possibilità per ricevere la commozione di un umanità semplice e bella come quella di Mimmo e di tante altre che vediamo accadere ogni giorno …… Aldo, Massimo, Giampaolo, Francesca, Nicola etc... Ma queste sono altre storie ……….TO BE CONTINUED