Pieni di gratitudine
Le testimonianze raccolte in questo numero di “Poche Parole”, nella loro semplicità, hanno costretto innanzitutto me ad un lavoro sulle ragioni dell’impegno quotidiano nella costruzione dell’Opera di carità che è il Banco Alimentare. Ho sentito forte il bisogno di recuperarne le fondamenta, ricercandole nelle parole di don Giussani, di cui a breve ricorderemo il centenario, e non posso non riproporre brevissimi stralci di sue affermazioni raccolte nel testo “L’io, il potere, le opere. Contributi da un’esperienza” e offrirle alla riflessione di ognuno. “Lo faccio per aiutare chi ha bisogno” dice un amico, volontario da tanti anni, descrivendo così nel profondo ciò che rende l’uomo veramente tale. “Ogni uomo di buona volontà, di fronte al dolore e al bisogno, immediatamente si mette in azione, si mostra capace di generosità…Ma «generosità» è un termine un po’ equivoco, perché può dipendere da un impeto di carattere. Allora è meglio dire: «gratuità»”. E ancora: “La solidarietà è una caratteristica istintiva della natura dell’uomo (poco o tanto);…... Ciò che costruisce è la risposta cosciente alla domanda: «Per che cosa aderisci a questa urgenza di solidarietà?» … L’altra parola da dire è carità. Rende la solidarietà un’opera…Quando l’impegno con il bisogno… diventa carità, cioè coscienza di appartenenza a una unità più grande… allora l’uomo diviene per l’altro uomo compagno di cammino”. Un altro amico: “Sono arrivato qui per una disgrazia ed ho trovato una famiglia. Io sono unito a voi e voi siete uniti a me.” Ecco, in questa familiarità cresce “La coscienza dell’appartenenza…. per noi è per l’appartenenza al mistero del fatto cristiano nel mondo. …All’azione del volontariato, al gesto di solidarietà, è sottesa una fondamentale domanda: «Per che cosa faccio questo? In nome di che?» …. La carità dà alla solidarietà una ragione per cui tutta la vita…. diventa l’opera di Dio.” Il collaborare (lavorare con, insieme) all’opera del Banco Alimentare rende evidente l’urgenza di essere una cosa sola: “…La carità genera un popolo e noi siamo un popolo …. sarebbe brutta una fede senza le opere, come ci dice san Giacomo… Può darsi che qualcheduno tra noi abbia le opere e non abbia la fede. Fratello, ti dico, tu mi sei maestro in quello che fai, io ti sono amico in quello che ti suggerisco… come invito affettuoso: guarda che se la tua opera è illuminata anche dalla fede, è come se diventasse più fresca. La fede ci fa affrontare il bisogno costringendoci … a metterci insieme: … ci fa fare-con, mette insieme la libertà delle persone ...”. Un Poche Parole da leggere con particolare attenzione e con apertura di cuore e su cui mettersi al lavoro, pieni di gratitudine per quanto ogni giorno accade tra noi. Buon lavoro!