Siticibo. A Como sempre più bisognosi affollano le mense

 

 
Millecinquecento persone mangiano a Como grazie a Siticibo e alla rete di solidarieta di cui l’organizzazione è il perno. Altre 7mila, in tutta la provincia, si sfamano beneficiando dell`attività dell’Associazione Banco Alimentare della Lombardia. In tutto, sul Lario, sono quasi 10mila coloro che riescono a mettere insieme il pranzo con la cena fruendo di questi servizi. Tra loro figurano sempre più "insospettabili", uomini, donne, intere famiglie, precipitati improvvisamente nella povertà.
Lo spunto per parlarne è la Giornata mondiale dell’alimentazione, che si celebra domenica prossima. Quest’anno il tema scelto riguarda i prezzi degli alimenti. Monica Molteni coordina l’operatività di Siticibo in città. Dinamica e concreta. accetta il colloquio che segue non senza opporre resistenza. Lavora nella discrezione e tiene molto a valorizzare i "suoi" volontari. Insiste nel riconoscimento dell`opera svolta da Marco Mazzone, referente per il Banco Alimentare a Como. E Siticibo. con le sue specificità, è parte del Banco.
 
Com’è nata l’intuizione di Siticibo?
«Nell’ambito del Banco Alimentare. a sua volta sorto nel 1989 dall‘incontro tra il cav. Danilo Fossati, presidente della Star, e don Luigi Giussani, il sacerdote che diede vita al movimento Comunione e Liberazione».
 
Qual è l’idea sottesa a Siticibo?
«Rifornire delle eccedenze di cibo cotto e fresco preparato dalla ristorazione organizzata gli enti che già svolgono attività di solidarietà sociale. E’ un servizio di micrologistica. I nostri furgoni ritirano il cibo dagli enti che lo donano e lo smistano immediatamente alle associazioni che lo mettono sulle mense dei poveri».
 
Da quando esiste a Como?
«Dal 2006, ma grazie all’impegno di una comasca, Cecilia Canepa, della "Serica Lombarda”, nel 2003 è stata approvata la legge detta del "Buon Samaritano". che permette appunto di recuperare cibo fresco e cotto. Cecilia faceva parte della Commissione mensa della scuola frequentata da un suo figlio e si era accorta di quante teglie di alimenti buoni venivano gettate nell`immorrdizia a causa delle eccedenze».
 
Come funziona la "eatena" di Siticibo?
«Servono mani, cuori. furgoni. l nostri furgorri refrigerati permettono di garantire la "catena del freddo". A Como ne avevamo uno solo: da poco. grazie alla disponibilita dell’assessorato Ecologia e Ambiente della Provincia che fa capo a Paolo Mascetti, ce n’è un altro che ci permetterà di fare consegne anche fuori città. ln pratica, il cibo viene mantenuto a temperatura tra 0° e 4° fino alla consegna. La sicurezza dell’abbattimento termico garantisce la qualità di ciò che finisce nei piatti e il rispetto della dignità delle persone alle quali gli alirnenti sono destinati».

Diamo i numeri di Siticiho, gli ultimi disponibili.
«I volontari garantiscono la gratuità del servizio. A Como ne sono attivi una quarantina, ma un’altra dozzina è pronta a intervenire in caso di necessità. Noi incrociamo la disponibilità di 16 enti donatori (3 mense scolastiche, 3 mense aziendali,  10 esercizi commerciali) con la domanda di 19 enti caritativi che servono i pa sti. Nel 2010 abbiamo salvato oltre 16mila porzioni di alimenti cotti; più di 14mila chili di pane e 9mila di frutta e verdura.
Cosa fa invece il Banco Alimentare?
«Raccoglie eccedenze di alimenti secchi e a lunga conservazione dall`industria e dalla grande distribuzione. A Como e in provincia raggiunge 68 strutture caritative».

Tra le persone bisognose di Como ci sono anche "insospettabìli"?
«Eccome. C’è tutta la realtà delle nuove povertà. Penso a uomini e donne che escono da una separazione e restano senza casa. Penso a tanti anziani soli. O alle badanti che nel giorno libero non sanno come mangiare…  A riprova dell’aumento della povertà, aggiungo che dall’anno scorso chiamano in tanti. Vedono i nostri furgoni con la scritta "Diamo un pasto ai bisognosi" e con il numero di telefono. A chi chiama diciamo naturalmente a quali mense caritative deve fare riferimento».

In una città come Como e più facile o più difficile fare scattare questa molla di solidarietà concreta?
«Più facile. Io ho conosciuto una città molto bella e diversa da quella che appare. I volontari trasmettono un entusiasmo straordinario. Sbucciano patate, servono i pasti, aiutano in cucina senza necessariamente essere animati da una vocazione religiosa. L’esperienza di Siticibo e coinvolgente. Si prende il cibo e lo si porta a chi lo a spetta. Fa sentire utili e questo si sposa bene con la mentalità comasca. Abbiamo volontari fedelissimi. Da cinque anni fanno turni settimanali. Giovannella Onnis tiene i rapporti con loro e interviene per occasionali sostituzioni. In più, la nostra attività ha un risvolto ambientale: il buon cibo che viene consuinato non torna in carico come rifiuto da distruggere. Così si abbattono anche le emissioni inquinanti».

Quali sono i vostri “ritorni", quelli che vi incoraggiano?
«La gioia di vedere che il cibo non finisce nella pattumiera, ma va in tavola. Così si corregge una stortura del sistema. E la gioia con cui gli enti caritativi ricevono il cibo».

C’e un episodio significativo di questi anni?
«Per esempio è capitato di avere tanta ricotta e di imbattersi nel viso sorridente di chi ha sfruttato l’occasione per inventare la ricetta di gnocchi di ricotta... Qualunque cosa viene accettata di buon grado e c’è modo di farla andare bene. Le suore aspettano fiduciose la Provvidenza».

Cosa può fare chi vuole dare una mano, ma non osa, o teme di non essere all’altezza, oppure non sa a chi rivolgersi?
«Basta poco. Non serve un impegno giornaliero e costante. Sono sufficienti due ore alla settimana, ma con la disponibilita d”animo di mettersi a disposizione per ciò che è necessario e non per cosa voglio fare io. Chi si mette in questa ottica puo farsi avanti. L`indirlzzo di posta elettronica è siticibopercomo@hotmail.it».

Vuole chiudere con un invito?
«Servono donatori. L’area del bisogno è aumentata. Gli enti caritativi devono sfamare più persone. Abbiamo la necessità di entrare in contatto con caseifici, salumifici, pastifici, attività ortofrutticole... Poi ricordo a tutti la Colletta Alimentare che si terrà l’ultimo sabato di novembre. E’ l‘appuntamento per un gesto dì donazione in occasione della spesa al supermercato».
 

Fonte: Marco Guggiari - Corriere di Como