Siticibo/ Il furgone dei disperati. Viaggio a raccogliere cibo
Sembra un furgone bianco come tanti quello guidato ogni lunedì, mercoledì e venerdì pomeriggio da Giuseppe Capaldo e dagli altri volontari del Banco alimentare. Un Renault Master dotato di cella frigo e messo a disposizione qualche mese fa da Mediafriends, dal quale entrano ed escono contenitori in polistirolo, cassette e sacchetti pieni di cibo. Invece è un furgone che, tre volte la settimana, fa la spola fra il troppo e il nulla, fra i punti vendita nei quali centinaia di euro di merce al limite della scadenza restano invenduti rischiando di finire nella spazzatura e le parrocchie nelle quali, mettendo faticosamente da parte l'orgoglio, centinaia di persone fanno la fila per una borsa spesa. La fila, per la verità, spesso non la fanno neanche più: con il tempo i volontari degli enti caritativi hanno perfezionato un'organizzazione che consente di rendere meno gravoso possibile per chi lo fa quel penoso andirivieni per procurarsi qualcosa da mettere in tavola. Gli stessi volontari cercano di starci il meno possibile, per non incrociare quegli sguardi.
Il giro di Siticibo, nel primo pomeriggio di un mercoledì come tanti, comincia dal Bennet di Sacile. Un balletto di timbri e bolle, uno scambio fra contenitori di polistirolo vuoti e pieni e la cella frigorifera si riempie di generi alimentari da consegnare (e consumare) in tempi stretti. La quantità e il valore variano nei diversi punti vendita, e proprio per questo ciascuno di essi è abbinato a un ente, con i suoi utenti e le sue specifiche esigenze. Dal Bennet il carico parte diretto verso la parrocchia di Cristo Re di don Giuseppe Grillo, Pordenone, quartiere Villanova, 3.200 abitanti, case popolari e molti stranieri. Qui la distribuzione dei viveri funziona con un sistema di schede che consente di monitorare gli accessi. Un volontario a turno controlla i prodotti e prepara le borse spesa, poi contatta le persone che hanno diritto a usufruirne questa settimana e le lascia a loro disposizione da ritirare. Il tutto nella massima discrezione. Se poi i destinatari non passano a ritirare il pacco, si passa ai nomi successivi: la merce scade nel giro di un paio di giorni, e non c`è tempo da perdere. Oltre ai prodotti di Siticibo e del Banco alimentare, qui gli aiuti arrivano anche dai fedeli, che durante la Quaresima hanno riempito ogni domenica una cesta lasciata appositamente in chiesa. [...]
In allegato l'articolo completo in pdf
Fonte:Il Gazzettino Pordenone - di Lara Zani