Siticibo. Pavia recupera 65 tonnellate di cibo

 


Cinque tir di formaggi, carne, affettati, frutta, verdura, uova, latte e yogurt che sarebbero finiti al macero anche se ancora buoni da mangiare. Sessantacinque tonnellate di prodotti freschi sono stati recuperati in poco più di un anno insieme a una tonnellata di pane e quasi 50mila piatti pronti grazie al progetto Siticibo promosso da Comune e Banco Alimentare che ha messo in rete mense, supermercati e 24 istituzioni caritative che assistono circa mille pavesi al giorno.

 
Ragazze madri, ex prostitute, minori lontani dalle famiglie, malati, disabili, famiglie in difficoltà. «La povertà cresce anche tra chi pensava di non trovarsi mai nel bisogno - spiega l`assessore ai seivizi sociali Sandro Assanelli -, e quindi non possiamo sprecare nemmeno una briciola di quello che c’è». Adottando la logica anti spreco del Banco Alimentare Siticibo recupera il troppo che finirebbe al macero perché invenduto o non servito, e lo distribuisce a chi ha troppo poco.
 
ll Bennet ha donato 16.382 chili di prodotti freschi, i cinque punti vendita Carrefour ne hanno donati 37mila con un picco ad aprile di oltre 5 tonnellate. E l’Esselunga ha recuperato oltre 10mila chili da maggio 2010. Poi c’e il cibo cucinato ma non servito dalle mense Edisu, circa 100 piatti pronti al giorno provenienti dalle cucine di Collegio Fraccaro, via Bassi e corso Carlo Alberto per un totale di 5rnila: ci sono i piatti che vengono preparati in base alle previsioni dei ricoveri del Pronto soccorso al San Matteo, quelli provenienti dalla mensa dei dipendenti, quasi 50mila piatti recuperati, 200 a settimana. ln poche ore i piatti vengono consegnati e consumati nelle strutture.
 
A Pavia sono 16: la cooperativa sociale Camelot, la fondazione Costantino, alcune strutture della Casa del Giovane, L’alternativa, Villa Ticinum, Fai Ponte vecchio, Fondazione Martinetti, Mensa del Fratello e mensa del Povero, Dosso Verde, casa Benedetta Cambiagio, cooperativa sociale Arimo, Caritas San Francesco e gruppo caritativo San Francesco. «ll meccanismo vincente - ha sottolineato Franco Costantino, Fondazione Giuseppe Costantino - è lo scambio, la solidarieta che si innesca tra le varie strutture: ognuno tiene quello di cui ha bisogno e cede il superfluo. Si fa rete, si azzerano gli sprechi e si stimolano volontari e utenti a imparare cose nuove, come la corretta gestione degli alimenti».
 
Com'è il cibo "salvato"? Esprimono soddisfazione per la qualirà dei piatti Elena Galuppo della Cooperativa Betania che, fino a settembre, gestiva Casa San Francesco, e Veronica Russo, comunità Camelot: «Cosi ai ragazzi si insegna la solidarieta e la lotta allo spreco». Oltre a Siticibo, il Banco Alimentare distribuisce 112 tonnellate di prodotti alimentari ritirati dal mercato a 3.700 utenti in città, 12.300 in tutta la provincia. «Ma siamo in difficoltà - spiega Marco Manielli, direttore Banco Alimentare Lombardia - perché l’anno prossimo avremo a disposizione un quinto dei prodotti di quest’anno».
 
Diventa cruciale la Colletta del 26 novembre. Il Comune intanto pensa a come incentivare la lotta allo spreco: tra le ipotesi la possibilità di fare sconti sulla tassa rifiuti a chi dona invece di smaltire i prodotti ancora buoni.
Fonte: Anna Ghezzi - La Provincia Pavese
 
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