Spreco alimentare. Dalle parole ai fatti
In occasione del convegno organizzato da Banco Alimentare il 6 ottobre scorso presso Expo Milano 2015 è stato presentato il secondo rapporto dal titolo:
"Surplus Food Management Against Food Waste. Il recupero delle eccedenze alimentari. Dalle parole ai fatti" a cura di P. Garrone, M. Melacini, A. Perego del DIG - Politecnico di Milano, promosso da Fondazione Banco Alimentare Onlus e realizzato con il contributo di Kellogg.
Banco Alimentare, insieme agli attori della filiera agroalimentare chiede a gran voce a Parlamento e Governo di procedere in tempi rapidi con adeguati provvedimenti normativi. “Basterebbe una legge per recuperare in un anno 2 miliardi di euro di cibo” (1 milione di tonnellate contro le attuali 500.000 recuperate) ha affermato Andrea Giussani, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus. “Si tratterebbe di un provvedimento a costo zero che armonizzi il quadro normativo e semplifichi il processo di donazione delle aziende”. Ogni anno infatti finiscono nella spazzatura 5,1 milioni di tonnellate di cibo per un valore di quasi 13 miliardi di euro. Il 53% di questo cibo, quello generato dal settore primario fino ad arrivare alla ristorazione, è ancora buono per il consumo umano e potrebbe essere recuperato e destinato alle persone in stato di bisogno, oltre 4.000.000 in Italia.
“Questa ricerca - rileva Alessandro Perego, professore del Politecnico di Milano e curatore dell’indagine – conferma come la maggior parte delle eccedenze generate siano recuperabili per l’alimentazione umana. Il recupero richiede l’implementazione nelle aziende di un processo strutturato di gestione delle eccedenze alimentari, la collaborazione con intermediari qualificati e la presenza di un contesto normativo semplificato”.
L’On. Maria Chiara Gadda proponente e relatrice della legge contro lo spreco ne è convinta: “La legge per facilitare e semplificare il recupero delle eccedenze alimentari procede veloce in commissione alla Camera dei Deputati, il Parlamento sta facendo la sua parte per raccogliere l’eredità politica di Expo. Una singola legge non è mai risolutiva, ma può essere strumento utile per veicolare un comportamento talvolta episodico – continua la parlamentare - e rendere davvero strutturale il circuito della donazione. Una buona legge riconosce i fatti sociali e li aiuta a crescere, è questo lo spirito che mi ha spinto a scrivere la proposta di legge e la modalità con cui procede la discussione in Parlamento”.
A sostenerlo sono anche le istituzioni. Per il ministro Maurizio Martina: “La lotta allo spreco alimentare è una priorità globale, che anche grazie a Expo e alla Carta di Milano è entrata nelle priorità dei nuovi obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite. Un terzo del cibo prodotto nel mondo finisce nella spazzatura: un fenomeno inaccettabile, soprattutto quando ci sono 795 milioni di persone che soffrono di povertà alimentare. L'Italia vuole svolgere un ruolo da protagonista in questa battaglia. Abbiamo intenzione di rafforzare il nostro modello di lavoro unico, portando da 550 mila a 1 milione le tonnellate di cibo salvato e distribuito agli indigenti. Con la legge SprecoZero ora in Parlamento vogliamo rendere per le aziende più conveniente donare che sprecare. Su questo fronte la collaborazione con il Banco Alimentare e con gli altri enti caritativi è massima”.
“Lo spreco alimentare – ha affermato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – è un costo insostenibile per l’ambiente, oltre ad una contraddizione morale ed economica non più accettabile. Il messaggio di grande forza lanciato da Expo 2015 su questo tema avrà un reale impatto positivo solo se, partendo dalla base solida della Carta di Milano, sapremo arrivare in tempi brevi a una nuova normativa, nazionale e a livello europeo, che riduca drasticamente lo spreco di risorse alimentari nella filiera e renda più semplice il recupero dell’invenduto. Allo stesso tempo bisogna investire sulla sensibilizzazione alle buone pratiche quotidiane e sull’educazione dei giovani”. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha sottolineato: “Oggi non è più possibile sprecare. Il nostro impegno deve essere orientato verso l’ottimizzazione dell’uso delle eccedenze, individuando, in via primaria, misure che concilino le istanze di una distribuzione più ampia possibile di cibo con la definizione di garanzie che assicurino la tutela della salute di chi riceve gli aiuti”.
I rappresentanti dell’intera filiera agroalimentare presenti al convegno concordano sulla necessità di provvedere in tempi brevi all’approvazione di una legge che semplifichi le procedure di donazioni di alimenti perché, come confermano le aziende, oggi donare è ancora una procedura complessa e costosa. Di questo parere Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione: “La grande distribuzione è impegnata nella lotta allo spreco e nelle donazioni di cibo. Però donare è più oneroso che buttare. Per incentivare le donazioni occorre affiancare alla motivazione etica una dimensione economica, eliminando questa differenza. Attendiamo a breve una legge nazionale che introduca semplificazioni e un concetto di premialità che non sia delegato agli enti locali”. L’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop ricorda come “ogni anno Coop cede gratuitamente 4.000 tonnellate di prodotti alimentari a 911 associazioni di volontariato sul territorio”. Carmela Favarulo auspica “che la nuova normativa in discussione al Parlamento semplifichi le procedure e allarghi la platea dei destinatari garantendo rigore, trasparenza e sicurezza”.
“Centinaia di aziende alimentari partecipano da anni proattivamente donando le proprie eccedenze alimentari - afferma il presidente di Federalimentari Scordamaglia -. Siamo fisiologicamente portati a valorizzare al meglio le preziose materie prime agricole che trasforma minimizzando la produzione di scarti. Sul tema, anche alla luce della discussione avviata in Parlamento, siamo convinti che l’obiettivo di trasformare le eccedenze in un’opportunità vada perseguito migliorando l’informazione sugli strumenti a disposizione e incentivando le donazioni volontarie, attraverso la massima semplificazione degli oneri e degli adempimenti, sempre nel rispetto delle norme a tutela della sicurezza alimentare”.
Si leva forte la voce del settore primario. Il Presidente di UNAPROA, Ambrogio De Ponti: “Se c'è una cosa che umilia noi produttori è vedere sprecato il frutto del nostro lavoro. Una maggiore semplificazione aiuterebbe sicuramente a sprecare di meno. Come? Favorendo ad esempio il ‘libero scambio’ dei prodotti non immessi sul mercato, sia freschi che trasformati, verso tutte le organizzazioni europee che si occupano del problema”.
Nel settore sono in corso tentativi di risposta al problema come conferma Davide Vernocchi, presidente di FEDAGRI settore ortofrutta: “Oggi la gestione delle eccedenze di mercato – causata o da una eccessiva offerta di prodotti per via di fattori naturali o dalla chiusura di mercati di sbocco, come nel caso del recente embargo russo - è passata dalla distruzione del prodotto nei campi ad una gestione più efficiente e sostenibile prevista nella OCM che assume la forma della distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti freschi da parte delle Organizzazioni di Produttori ma auspichiamo che si possa ampliare ed integrare tale modalità in un più vasto sistema europeo a rete, e si possa dare maggior impulso alla distribuzione di prodotti trasformati, come sostenuto quest’anno dal Ministero con un progetto sperimentale che ha visto protagoniste nostre cooperative del settore melicolo e Banco Alimentare e già praticato in altri importanti paesi produttori”.
Tante le iniziative già attive nel settore come ad esempio quelle di Coldiretti che ha già creato progetti e alternative credibili contro gli sprechi, basate su Filiera corta e Campagna Amica, la rete di vendita diretta degli agricoltori più estesa d’Europa, che offre garanzie di durata maggiore dei prodotti (in particolare frutta e verdura), informazione ed educazione del consumatore, possibilità di riallocazione dei prodotti in eccedenza oppure di donazione.
Cinzia Pagni, vicepresidente vicario della Confederazione Italiana Agricoltori, sottolinea la necessità di un cambio di rotta: “Un terzo del cibo prodotto viene ogni anno perso e nonostante lo spreco stia acquisendo una dimensione politica, le risposte fin ora sono state poche. L’era dell'abbondanza fa parte del passato e ridurre gli sprechi è un obbligo morale, economico e politico. È necessario un coinvolgimento d’imprese, istituzioni e società che poggi su una mobilitazione della governance della filiera agroalimentare”.
Nei settori della ristorazione e del catering lo spreco è più evidente. “Federcongressi&eventi crede fermamente nel valore economico, sociale, ambientale ed educativo del recupero del cibo, - dichiara il Presidente Buscema - tanto da aver varato, insieme a Banco Alimentare ed Equoevento Onlus, l’importante progetto Food for Good–From meetings to solidarity, mirato al recupero delle eccedenze alimentari in occasione di convegni ed eventi”. Secondo Carlo Scarsciotti, presidente Angem, Associazione nazionale delle aziende di Ristorazione Collettiva e Servizi vari: "Le eccedenze alimentari non possono essere la sola risposta per nutrire gli indigenti. Il Governo, insieme agli attori della filiera, deve lavorare per abbattere gli sprechi, attraverso piani di monitoraggio e revisione dei menù dei capitolati. Otterremo un risparmio di spesa da destinare a politiche sistemiche di solidarietà".