TESTIMONIANZE GNCA
Da qualche anno, l’appuntamento della colletta alimentare, è l’occasione per proporre ai docenti e agli studenti della mia scuola, un gesto di carità. In questi anni sono passati, nelle mie classi, i responsabili del banco alimentare e i consigli di classe hanno approvato la partecipazione di alcune classi alla colletta alimentare, nel supermercato più vicino alla scuola, in orario scolastico. Quest’anno, in modo particolare, durante un consiglio di classe straordinario, dove si doveva decidere la sospensione di uno studente, per i guai che aveva combinato a scuola, mi sono sentito di proporre una riduzione dei giorni di sospensione, in cambio di un pomeriggio passato con me, alla colletta alimentare. Al termine del suo turno "obbligatorio", mi ha ringraziato e mi ha detto che sperava di tornare "liberamente", il prossimo anno. Oppure, approfittando di una supplenza in una classe non mia, ho proposto lo stesso gesto a studenti che non conoscevo. Che sorpresa vedermeli arrivare al pomeriggio e vederli coinvolti con una disponibilità incredibile. In questi giorni sono andato a cercarli, per vedere se è possibile un’amicizia che renda interessante tutta la vita e non solo un sabato pomeriggio. La proposta fatta ai miei studenti, non è mai stata rivolta alla loro generosità o alla loro buona volontà, ma è sempre stata una sfida al loro desiderio di felicità: la possibilità di scoprire un modo più profondo di vivere e di gustare la realtà. Tutti quelli che sono passati, quel giorno dal supermercato, hanno potuto ammirare lo spettacolo di quei giovani dai volti contenti. Poi, verso la fine del mio turno pomeridiano, è capitato l’imprevisto: l’insoddisfazione del responsabile del supermercato, perché i numeri della colletta alimentare non erano in linea con quelli dell’anno precedente. Questa insoddisfazione mi stava stretta, alla fine di una giornata molto intensa, ma che sembrava terminare con una sconfitta. E’ sempre così quando non si vede un Altro all’opera, anche se alla fine c’è un +2%. Questa insoddisfazione mi ha costretto a guardare con più profondità alla realtà di quella giornata, per vedere se la promessa era stata mantenuta. Che cosa mancava? Mancava la scoperta che io sono questo bisogno di carità a cui solo il Mistero può rispondere. Che tenerezza, in questi giorni, guardare alla realtà come dono, guardare ai volti dei miei studenti e parlare loro di Cristo, che ha voluto condividere la sua vita con noi. Marco – Imola
Qui, vicino a Modena, alla Colletta di sabato scorso abbiamo raccolto il 10% in più dell'anno precedente. Mi hanno commossa soprattutto certe mamme che, uscendo, dopo aver lasciato qualche prodotto per la Colletta, spiegavano ai figli la bellezza dell'azione appena svolta. Gli anni scorsi questo non c'era. Forse stiamo riscoprendo davvero che l'altro è una persona. Qualunque sia il suo bisogno. E quindi possiamo volentieri condividere il poco che abbiamo. Rita - Modena
Sabato 26 mi sentivo attivo, in corsa. La crisi ci sta colpendo duramente nel nostro lavoro e forse per questo la richiesta di disponibilità per la raccolta mi ha trovato all'unisono. La richiesta pratica era: dare del proprio tempo per raccogliere gli alimenti da distribuire a chi ne ha bisogno. Chissà, pensavo, come andranno le cose. Magari domani anche io sarò fra quelli a cui donate un pasto. A casa ho visto i miei figli rispondere entusiasti e volenterosi all'appello dei volontari e sia io che mia moglie ci siamo dati da fare per farli partecipare all'iniziativa. Devo dirti che è stato uno spettacolo vedere i propri figli (9 e 14 anni) al lavoro, volenterosi di farlo bene e a fidarsi di quelli più grandi che erano lì con loro. Pieno di questi pensieri e di questo entusiasmo familiare sono andato a fare il mio turno. Mi sono trovato con gente amica e non, ma tutti consapevoli di fare un serio lavoro: raccogliere, riempire, pesare, annotare. Lì con me c'erano anche persone che usufruiscono degli aiuti. Erano con me in prima fila. Allora mi sono accorto che la mia non era un'azione preventiva (aiuto chi, un domani -chissà- mi potrà dare aiuto), ma era presente un aiuto concreto al mio lavoro professionale in crisi: serio di fronte ad un compito sapendo che il mio lavoro non è "mio", ma servizio per altri. Paolo - Parma