«Troppi poveri a Rapallo. Aiutateci»

 

Fonte: Silvia Pedemonte - IL SECOLO XIX

RAPALLO. Quaranta persone in più. In fila, ad aspettare di ricevere il pacco con i generi alimentari. E l’incremento di domande che ha dovuto fronteggiare, in queste ultime settimane, l’associazione “Gli Ultimi". L’allarme è duplice: da un lato, perché bisogna capire se queste quaranta persone sono nuovi poveri che arrivano in via Emiliani 32, di giovedì, piegati dalla crisi economica. Dall’ altro, perché la stessa associazione “Gli Ultimi", di fronte a quest’impennata delle richieste, si trova in affanno. E chiede aiuto, ricercando volontari.
«La crisi investe le persone già provate, quelle sole e anziane, chi ha perso il lavoro - spiegano aal1’associazione "Gli Ultimi" - A venire a chiedere il pacco di generi alimentari sono soprattutto gli italiani, meno gli stranieri. Persone che non arrivano nemmeno a metà mese. Ci siamo trovati, in pochissime settimane, a distribuire il pacco con gli alimenti a 90 famiglie e non più, come accadeva fino a qualche settimana fa, a 50 nuclei familiari. E questa novità rischia di far collassare anche la nostra organizzazione. Noi volontari non siamo numerosi: siamo persone che lavorano, pendolari, portatori di handicap. Riuscire a gestire una mole cosi grande di richieste diventa difficile, anche in relazione alle altre attività».
L’associazione "Gli Ultimi" esiste a Rapallo dal novembre 1995: fra le attività, oltre alla distribuzione, di giovedì, dalle 19 alle 20, del pacco di generi alimentari, porta avanti da tempo i corsi di italiano per stranieri e il “giro”, alla sera, di aiuto ai senzatetto della città (homeless che sono aumentati, spesso dopo aver perso il lavoro e aver divorziato). In più, c’è tutto il lavoro di  organizzazione. «Noi non chiudiamo la porta in faccia a nessuno - continuano, all’associazione - Pero non possiamo nemmeno chiedere, a fronte dell’aumento delle richieste, che i volontari che fanno il giro serale o i corsi di italiano si occupino anche della distribuzione degli alimenti».
Bastano anche un’ora di disponibilità alla settimana, spiegano. E sull’impennata delle richieste, chiedono più coinvolgimento degli altri enti che si occupano del sociale e dello stesso Comune. «Non è nel nostro stile fare polemiche, ma bisogna dire che nelle riunioni in cui la nostra associazione è stata invitata si è sempre fatto un gran parlare di sinergie, di collaborazioni, di reti di interventi - continuano - Ma dov`è tutta questa collaborazione fra associazioni ed enti che operano nel sociale se, senza alcun preavviso, arrivano 40 famiglie in più a chiedere aiuto da noi? Ci è stato detto che provengono dalla sala della mensa di Rapallo, pensiamo sia quella della Caritas di via Lamarmora. Comunque sia, il punto è che è inutile parlare di manifestazioni o collaborazione, se poi senza alcun preavviso ci troviamo da una settimana all’altra a fronteggiare un incremento
del genere. Se ci fosse stato un minimo di coordinamento, saremmo riusciti almeno ad andare al magazzino delle scorte del Banco Alimentare a Bolzaneto per prendere per tempo gli alimenti».
Ogni famiglia ha una tessera (per evitare che più membri dello stesso nucleo familiare vadano a prendere il pacco): l’aumento di richieste, quindi, riguarda almeno un centinaio di persone (considerato che fra chi chiede c’è l’anziano solo, ma anche i genitori con uno o più figli).
Don Stefano Curotto assicura che la mensa dei poveri di via Lamarmora continua a essere regolarmente aperta. Davanti alla notizia dell’incremento registrato da “Gli Ultimi”, l’assessore ai Servizi sociali Corrado Castagneto si dice «preoccupato», E vuole saperne di più, «Apprendo la notizia ora – afferma l’assessore Castagneto - e all’associazione “Gli Ultimi" dico: parliamone. Gli uffici non mi hanno segnalato, in questo ultimo periodo,un aumento di richieste di aiuto. Voglio approfondire la vicenda e, sulla mancanza di volontari, dico che la Consulta del Volontariato, che riunisce 26 associazioni fra cui gli stessi “Ultimi" è nata proprio per questo: perché le associazioni si diano una mano, anche con i volontari, fra loro perché solo l’unione fa la forza».