«Tutti per ognuno, ognuno per tutti»: Giorgio Vittadini sulla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare 2010
(Fonte: Il Sussidiario)
Sabato prossimo 27 novembre si svolgerà l’annuale “Giornata nazionale della colletta alimentare”, dove milioni di persone su tutto il territorio nazionale potranno donare parte della loro spesa per persone bisognose di aiuto. Per tutti un gesto di generosità semplice, ma profondo, in cui rendersi conto che vale la pena regalare qualcosa per qualcuno in difficoltà.
Un’opportunità che ha particolare rilievo, in un momento in cui il tono pubblico dominante è l’insulto e il sospetto alla ricerca di audience o di maggior potere politico e l’“altro” è, in prima battuta, un nemico da abbattere, anche se per teoremi che raramente si riescono a dimostrare. Ma la generosità può, per chi sia cosciente, diventare ancora più profonda e duratura.
Può diventare giudizio perché, come disse don Giussani, l’esigenza di interessarci degli altri “è talmente originale, talmente naturale, che è in noi prima ancora che ne siamo coscienti e noi la chiamiamo giustamente legge dell’esistenza”. E questo è a fondamento del fatto che una nuova società si costruisce amando l’altro, mostrando che sacrificando qualcosa di sé per qualcuno che ha bisogno si genera immediatamente l’inizio del cambiamento di cui tutti sentono la necessità.
È un cambiamento che non ha bisogno di particolari condizioni per affermarsi, ma viaggia “per contagio” sulle gambe di chiunque ne rimanga colpito, come mostrano le migliaia di volontari che sabato renderanno possibile la “Giornata nazionale della colletta alimentare”. Chi è cristiano, poi, a imitazione della carità infinita di Cristo verso ogni uomo, può percepire il suo gesto come parte di questa novità, “dono di sé commosso”.
Rinascono così piccoli gesti simili a quei grandi gesti che hanno fatto la storia, da san Martino che ha donato il suo mantello, a padre Kolbe che ha donato la sua vita, a tutti i milioni di persone che ogni giorno lì, dove vivono, servono qualcuno che ha bisogno. Non sono imitazioni di qualcosa che non c’è più: sono obbedienza al Mistero presente in coloro che hanno bisogno, come ci ha detto lo stesso Gesù nel discorso della Montagna.
Si può partecipare alla “Giornata nazionale della colletta alimentare” educandosi addirittura a questa coscienza. In tutti i casi (generosità, impeto naturale, carità cristiana), partecipare alla Colletta è un giudizio che costringe a cambiare se stessi e tutta la società. Mentre tutti si lamentano, si insultano e invocano utopisticamente giustizieri o demiurghi che risolvano la situazione, questo gesto popolare ricorda a tutti che l’Italia è sempre venuta fuori dalle crisi per l’iniziativa di tanti “io” motivati in diverso modo e a diversa profondità, ma tutti desiderosi che il loro lavoro e impegno fosse un servizio al bene comune, alla comunità locale, alla società, alla nazione.
Così abbiamo ricostruito l’Italia nel dopoguerra, così abbiamo fatto il boom economico, così possiamo venirne fuori anche oggi.
Foto Imagoeconomica