Un milione di pasti per i poveri. La solidarietà viaggia con Cuki

 

Probabilmente, almeno unavolta al giorno, capita di imbattersi in un loro prodotto: può succedere al bar, prendendo un panino appena avvolto nella pellicola oppure in gastronomia acquistando una vaschetta di un cibo già pronto, o ancora, in casa, magari recuperando dal frigorifero qualche avanzo del giorno prima, protetto dal foglio di alluminio. O portando il sacchetto della spazzatura al cassonetto. D'altronde Cuki è il leader italiano in cucina e in casa anche con i prodotti a marchio Domopak (l'ex concorrente di un tempo). Marchi che coprono oltre un terzo del mercato italiano e che appartengono a un gruppo che ha cuore e testa a Volpiano, alle porte di Torino.
Qui c'è il quartier generale del gruppo Comital che fattura 300 milioni l'anno e occupa oltre 500 addetti in tre diversi rami di business.
Il primo - con stabilimenti a Volpiano e in Svezia - specializzato nella laminazione sottile di fogli di alluminio. Una produzione che vale un fatturato di 120 milioni destinata per il 90 per cento all'estero e utilizzata dall'industria alimentare e farmaceutica.
Quindi c'è il più noto core business di Cuki Cofresco, azienda che occupa 260 addetti e fattura 170 milioni nei prodotti per la preparazione, cottura e conservazione degli alimenti, con stabilimenti a Frosinone e Pontinia, in provincia di Latina. L'ultimo filone è quello tessile industriale di Fts, che opera con 40 addetti nella fabbrica di Volpiano nel settore dei tessuti tecnici in fibre speciali, destinati in particolare all'automotive e a applicazioni antibalistiche.
«I marchi Cuki e Domopak sono storicamente leader in Italia, spaziando dai rotoli in alluminio ai sacchetti per la congelazione e la cottura, dalla pellicola alla carta da forno - spiega Corrado Ariaudo, presidente e Ad del gruppo - e negli ultimi anni ha conquistato il primato anche nel mercato dei sacchi per la nettezza e per la custodia degli abiti».

C'è però un altro traguardo che Cuki ha centrato: quello della solidarietà.
"Con il progetto Cuki Save the Food - spiega Ariaudo aiutiamo concretamente il Banco Alimentare a salvare cibo dallo spreco. In due anni abbiamo, proprio in questi giorni, superato il milione di pasti recuperati, grazie all'impiego delle nostre vaschette utilizzate dai volontari del Banco Alimentare per raccogliere il cibo cucinato e non servito dalle mense aziendali, scolastiche e ospedaliere e le derrate in eccesso dai banchi della grande distribuzione, per consegnarle agli enti e ai centri di solidarietà.
E' un'azione di responsabilità sociale che ci impegna seriamente e che confidiamo di ampliare con il progressivo coinvolgimento di altre mense aziendali, per meglio sostenere gli enti che quotidianamente fronteggiano in prima linea le esigenze di una sempre maggiore fascia di poveri».
Numeri e azioni positivi «che derivano - spiega Ariaudo - da un
difficile piano di ristrutturazione finanziaria realizzato con il supporto delle banche finanziatrici e da un profondo processo di riorganizzazione del business, reso più complicato dal difficile quadro economico generale, che ha richiesto drastici interventi di ristrutturazione, con l'inevitabile chiusura, cessione o ridimensionamento di stabilimenti dedicati alla laminazione dell'alluminio».

Tuttavia il gruppo, con il particolare sviluppo dei prodotti Cuki e Domopak, dal 2007 ha progressivamente rafforzato le proprie quote di mercato e recuperato una redditività sostenibile, in particolare con la forza sul mercato dei propri marchi». E tra le strategie di sviluppo messe a punto da un management, profondamente rinnovato anche attingendo in aziende di caratura internazionale ma con forti radici locali quali Lavazza, Ferrero, Martini&Rossi e Olivetti, c'è l'espansione dell'attività nei Paesi emergenti. Primo passo: l'acquisizione del controllo di una società in Turchia nel settore del packaging alimentare.

 

Fonte: La Repubblica (22/10/13)