«Una novità che accade ora», tra le corsie del supermercato
di Paolo Perego
15/11/2010 - La data, questa volta, è sabato 27 novembre. La modalità, la solita. Eppure la Colletta Alimentare sorprende anche quest'anno. «Perché è un gesto che accoglie tutti». Ecco il racconto di una volontaria
La spesa per la Giornata Nazionale della
Colletta Alimentare.
Ancora due settimane. L’appuntamento è per sabato 27 novembre. L’anno scorso furono 7.000 i punti vendita coinvolti, con più di 100mila volontari ad accogliere i 5 milioni di italiani che aderirono all’iniziativa. Per un totale di quasi 9mila tonnellate di cibo raccolto in un giorno. Per dare un’idea, 250 tir pieni. Sono le cifre di uno dei più grandi e importanti gesti di carità del panorama italiano: la Colletta Alimentare. Per un’intera giornata, in tanti supermercati, sarà possibile acquistare dei generi alimentari da consegnare alle casse ai volontari del Banco Alimentare.
Un gesto nato nel 1997 e che si accompagna alla ordinaria attività della Fondazione di recupero e ridistribuzione ai poveri delle eccedenze alimentari. E di cui il cibo raccolto dalla Colletta rappresenta il 10% delle “entrate”.
Perché un’iniziativa del genere? «Il povero è un uomo solo. Condividere gratuitamente questo dramma risveglia il vero desiderio che è nel cuore di ciascuno: essere amato». Rispondono così quelli del Banco, nel breve testo di invito di quest’anno. Sottolineando che il bisogno di cui parlano non è solo del povero che riceve un pacco di pasta, ma anche di chi partecipa sostenendo la Colletta, volontario o donatore che sia.
Ma a parlare non sono solo i promotori: ci sono anche le migliaia di testimonianze di chi, qualcuno fin dalla prima ora, ha vissuto in prima linea l’iniziativa. Come Emanuela, per esempio. Che da 14 anni fa la volontaria nel supermercato vicino a casa sua, nell’hinterland milanese. «Ho cominciato quasi per caso, accettando l’invito di un amico. E da allora ogni anno è sempre una novità. Sta accadendo anche ora». Emanuela racconta di essere arrivata alla fine di ottobre un po’ stanca, e solo l’idea di mettersi a lavorare per organizzare la Raccolta nel suo quartiere le metteva ansia. Un giorno si sente chiamare per la strada: «Signora Emanuela!». «Era R., l’ex parcheggiatore del supermercato. In passato ci ha sempre dato una mano, coi furgoni per la raccolta, facendoci posto sul piazzale. Poi era capitato che avesse anche lui bisogno di un aiuto...». Emanuela, durante l’anno, porta i pacchi di alimenti dei Banchi di solidarietà ad alcune famiglie povere della zona. «Ho iniziato a portare il pacco anche a lui. Lì, al parcheggio. Finché, tre anni fa, è andato in pensione, ed è tornato al suo paese, in Campania», spiega Emanuela. «Sono venuto a trovare i miei figli», le dice R. «Bello! Ma se sta qui un po’ di tempo può venirci a trovare anche quando facciamo la Colletta, sabato 27», risponde lei. «Ma scherza? Io vengo! Ma a fare il turno. Questo è il più bell’incontro che potevo fare».
Neppure ventiquattrore dopo Emanuela incontra un “collega” volontario. Uno di quelli della prima ora, come lei. Solo che ha superato gli 80 da un pezzo, e in più quest’anno è stato operato diverse volte per problemi seri. «Come va? Immagino che stavolta non ci sarà, mi dispiace», lo anticipa Emanuela. «Cosa?», risponde lui: «Primo turno, dalle 8. Come tutti gli anni», dice andandosene ridendo. «E io che volevo mollare tutto. E invece vedi questa gente, e ti si riapre un mondo. Fare “la carità” così riempie davvero il cuore. Perché è un gesto che accoglie tutti. E infatti la gente si apre, si mette in gioco, diventa un libro aperto. Quanti che durante la Colletta ti fermano e ti raccontano tutta la loro vita. Ma lo stesso vale per me. Con mio marito non abbiamo figli. È un grande dolore. Ma tutti i rapporti che sono nati potendo dedicare più tempo alla Colletta e al portare i pacchi alle famiglie sono una risposta grandiosa a quel dolore. Perché le persone che incontri diventano un po’ la tua famiglia, fratelli, sorelle». Figli. «Gesù si è fatto presente carnalmente più che mai con tutti questi volti che mi chiamano a starci fino in fondo. Non è spettacolare?».
(Fonte: Tracce.it)