Una nuova social card affidata al terzo settore

Fonte: Valentina Melis - Il Sole 24 Ore

Una nuova carta acquisti da sperimentare per un anno in 10 città, che sarà distribuita ai beneficiari attraverso enti non profit attivi nel contrasto alla povertà alimentare (ovvero la gestione di mense) e nell’aiuto alle persone senza fissa dimora. Con una soglia Isee più "larga" dei 6.235 euro attuali per misurare il reddito dei beneficiari. È questo l’identikit della social card versione 2011, che sarà delineata dal decreto del ministero del Lavoro a cui il Dl milleproroghe ha affidato l’attuazione dell’ultimo intervento di contrasto alla povertà deciso dal governo.
L'articolo 2 quater del milleproroghe che ha introdotto la sperimentazione della nuova social card non ha abolito la vecchia carta acquisti, caricata dallo Stato con 40 curo al mese da usare per la spesa alimentare e per pagare le bollette e distribuita a 734mila anziani e famiglie con bambini sotto i tre anni, da dicembre 2008 a dicembre 2010. I due sistemi, dunque, coesisteranno: chi ha i requisiti, può continuare a chiedere la vecchia carta. Quello che cambia, ora, è l’intermediazione affidata al terzo settore. Saranno cioè quelli che il milleproroghe definisce «enti caritativi» i destinatari della carta, che dovrà poi essere assegnata, da questi, alle persone «in condizione di bisogno». La nozione di «ente caritativo» giuridicamente non esiste e questo ha già creato polemiche e incertezze all’interno del terzo settore. Fonti del Ministero del Lavoro assicurano comunque che l’interpretazione sarà «larga» e che nel1’attuazione del programma saranno inclusi gli enti attivi nel contrasto alla povertà alimentare ed estrema, con l’apertura a diverse forme giuridiche, dalle associazioni alle organizzazioni di volontariato.
La sperimentazione riguarda le città con più di 250mila abitanti secondo lo schema delle aree metropolitane: ci saranno dunque Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, E probabilmente Palermo o Catania. Ci saranno due sistemi di accreditamento per gli enti, uno nazionale, destinato alle associazioni maggiori, e uno comunale, per le piccole realtà locali.
Il ministero conta di poter concludere la fase della selezione degli enti in tempi brevi, dopo l’emanazione del decreto attuativo (che dovrà avvenire 30 giorni dopo l’entrata in vigore della legge di conversione del Dl milleproroghe, ora all’esame della Camera). Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha prefigurato una social card «molto federalista» con una «soglia minima per tutti» a livello nazionale e differenze a livello territoriale, sia per quanto riguarda i requisiti minimi per ottenere la carta, sia per quanto riguarda ]'importo accreditato. L’obiettivo della nuova sperimentazione è raggiungere anche le persone senza fissa dimora delle grandi città, escluse dalla vecchia social card perché prive della tracciabilità e della documentazione necessarie.
La carta acquisti dovrebbe rappresentare, per queste persone, l’occasione per la presa in carico da parte degli enti non profit e dei servizi sociali del comune, e l’infrastruttura attraverso cui potranno passare anche altri servizi. Ai comuni spetterà l’accreditamento a livello locale degli enti beneficiari, l’eventuale integrazione dei fondi accreditati dallo Stato sulle carte e la valutazione della presa in carico dei soggetti bisognosi da parte degli enti non proñt.
Per la nuova sperimentazione della carta acquisti, il Dl milleproroghe prevede una spesa di 50 milioni di euro, che arriveranno dal fondo di circa un miliardo creato nel 2008 per finanziare la social card. Dal 2008 a oggi, sono stati spesi 500 milioni, a beneficio di '734mila richiedenti.

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