Giacca, cravatta, e... pettorina arancione! - Colletta è... Per tutti

Unire lavoro e volontariato è possibile? Ce lo racconta Fabio Costalunga, avvocato e membro del direttivo di Banco Alimentare della Sicilia. Perché la Colletta è, davvero, per tutti. 

Ci sono eventi eccezionali... che creano storie eccezionali. Proprio come quando nel 2014, anno in cui in via del tutto straordinaria la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare fu fatta anche in estate, Fabio Costalunga, avvocato, volontario storico e membro attivo del nostro direttivo, partecipò alla sua prima Colletta Alimentare. Ed è da qui, come tutti gli eventi straordinari che si rispettino... che si apre un cassetto di ricordi, storie e racconti unici

«Ho conosciuto Banco Alimentare perché ero volontario di una delle associazioni caritative convenzionate. È stato proprio attraverso questa grande catena di solidarietà che partecipai alla mia prima Colletta Alimentare, nell’estate del 2014», inizia a raccontarci Fabio. «L’esperienza è stata bellissima ed intensa, tanto che da quel momento il gesto è stato sempre più familiare e, dopo qualche anno, ho avuto la fortuna di diventare anche capo-équipe, riuscendo a coinvolgere parenti ed amici». 

Da lì, il giorno della Colletta inizia ad assumere un significato sempre più acceso, diventando più ricco non solo «di responsabilità legata alla parte organizzativa», ma anche «della consapevolezza e del piacere di godere della giornata condividendone senso e benefici con i volontari, sì, ma anche con chi era scettico rispetto a questo Gesto: verso di loro c’era quasi una sfida di spiegare la natura, lo scopo e l’importanza della Colletta Alimentare». 

Quello scopo e quell’importanza di vivere nella propria vita una giornata come quella della Colletta va al di là della visione semplicistica di “donare cibo al supermercato”: il bene costruito quel giorno viaggia su un percorso circolare, che tocca davvero tutti e tutto

Fabio, infatti, ci racconta come scendere in campo per aiutare chi è in difficoltà si inserisce non solo nella sua vita personale, ma anche professionale. Perché è toccando con mano le fragilità della società in cui siamo che ci fa essere non solo persone, ma anche professionisti migliori e consapevoli. Si riordina la scrivania, si chiude la porta dell’ufficio, e… poi che rimane? Serve respirare quella concretezza. «L’esperienza della Colletta si è perfettamente incastonata nel cuore dell’esperienza prima di volontario e poi, grazie all’opera di Banco Alimentare, nel ruolo di membro del suo direttivo… ma non solo: la Colletta è stata ed è tutt’oggi un’esperienza che plasma e chiarisce anche il modo ed il senso di svolgere la professione di avvocato. È stato per me inevitabile sviluppare ancora più accortezza per le pratiche che coinvolgono le persone in difficoltà. È qualcosa che va al di là della resa economica e dell’importanza della pratica. Assistere, rappresentare, consigliare per la soluzione dei più basilari problemi coinvolgenti il singolo e le famiglie ha acquisito un valore ancora più intenso», risponde Fabio. 

È anche nei volti delle persone che ci circondano che si rispecchia tutta la bellezza della Colletta. «Il legame con la Colletta si snoda attraverso il volto di tutti quegli amici che ogni anno hanno risposto presente, aiutandomi nell’organizzazione e partecipando quel giorno, dalla mattina alla sera. Sono sempre stati presenti, con un grande sorriso», aggiunge Fabio. 

Si scardina così un altro luogo comune: che la Colletta, e in generale le azioni solidali, facciano bene solo a chi le riceve, come se invece chi le facesse fosse un mero spettatore, osservatore passivo della realtà che accade. «Chi beneficia della Colletta non sono solo i “destinatari finali”, non sono solo coloro che ricevono i beni alimentari raccolti. Partecipare alla Colletta è rinfrancante e rigenerante in primo luogo per i volontari: abbandonare per un giorno le fatiche del lavoro o dello studio personale per dedicarsi ad una “fatica” per gli altri fa germogliare a fine giornata la preziosità del contributo dato in un momento collettivo, comunitario». Ma quel valore germoglia anche per i clienti dei supermercati che quel giorno decidono di partecipare alla Colletta, perché questa permette loro «di conoscere il gesto, il suo valore ed il suo fine ultimo: generare e consolidare collante sociale tra tutti i componenti di una società». Fabio usa poi un termine che fa risuonare in maniera poetica l’importanza di aderire a questo Gesto concreto: la Colletta ha un ruolo gnoseologico, «perché permette di spiegare chi siamo e cosa facciamo, mettendoci la faccia. Fa sì che le persone in difficoltà non guardino a tutta quella spesa solo come un aiuto materiale, ma la riconoscano come un modo per iniziare a costruire un rapporto di fiducia tra chi dona e chi è più fragile. Non ci sono, quindi, solo effetti positivi materiali, ma anche morali ed umani». 

Il giorno della Colletta, infatti, non termina nell’ora di chiusura del supermercato. Tutto il bene e l’emozione arrivano fino al nostro magazzino, coinvolgendo tutti. «L’incontro con tutti gli amici di Banco Alimentare in magazzino è un altro momento toccante. Dopo una lunghissima giornata come quella appena trascorsa, scarichiamo e ordiniamo tutti gli scatoloni pieni degli alimenti donati». 

Scendere in campo per essere più vicino a chi non vive la nostra stessa fortuna è la grande opportunità che ci dà la Colletta: «è un gesto da scoprire, da condividere e da raccontare, provando anno dopo anno ad esser sempre di più, tutti uniti, a contribuire alla crescita culturale e solidale della società in cui viviamo; per una maggiore coscienza e per la maturazione di uno sguardo più gentile verso coloro che ci circondano. Per una diversa e migliore qualità della vita, propria e altrui», conclude Fabio. 


La testimonianza di Fabio è una narrazione preziosa, perché ci restituisce un’immagine che dovrebbe essere sempre più comune: è l’immagine di un uomo che sopra giacca e cravatta indossa una pettorina arancione per stare accanto a chi non ce la fa, l’immagine di chi vuole ampliare il senso della propria vita a volte troppo frenetica e rinchiusa nel loop casa-lavoro-famiglia, per arrivare invece a casa di chi sta attraversando momenti delicati, a un lavoro che invece scarseggia così tanto da non potersi pagare da mangiare, ad una famiglia che fa i conti con il fatto che neanche stasera il cibo basterà per tutti. Un’immagine che ci dimostra che sì, la Colletta fa bene proprio a tutti

Grazie, Fabio!