Il mio “ogni giorno” al Banco: Daniele si racconta
«Negli ultimi tempi è cambiato il mio modo di lavorare, sono più contento…
Lavorando al Banco ormai da 20 anni, anzi quasi 21 se consideriamo anche l’anno di servizio civile, c’è stato un momento in cui il lavoro cominciava a starmi stretto, a pesare, nella sua ripetitività. Invece, ultimamente, c’è una sorta di stimolo nuovo, che mi fa venire a lavorare volentieri, … probabilmente perché anche la mia vita è migliorata, questo sicuramente incide, in ogni caso ci sono tanti piccoli segnali da parte delle persone delle associazioni che noi aiutiamo, o anche nel rapporto coi colleghi, che mi fanno capire quanto loro sono grati per quello che facciamo. E quindi è uno stimolo che spinge ad andare avanti e ad impegnarti in quello che fai. Perché hai la percezione proprio di fare qualcosa fatto bene.
Penso di aver avuto un’apertura prima io, poi ho notato questi segnali. L’esempio più lampante è stato a dicembre, che per noi è solitamente un periodo di superlavoro: ci sono le vacanze in mezzo e quindi meno giorni a disposizione e la distribuzione si fa più intensa; in più, c’è la distribuzione dei prodotti della Colletta, che ci impiega risorse, tempo, fatica… ed è molto pesante, bello ma pesante! E in una giornata in cui magari non si vedeva l’ora di finire, mi è arrivata una telefonata di questa volontaria che non voleva niente, voleva solo ringraziare perché si sentiva “coccolata”. Lei faceva riferimento al fatto che nello specifico, quando mettiamo in distribuzione un prodotto nuovo o quando non lo distribuiamo più perché è terminato, lo comunichiamo, dando quindi la possibilità di sapere in anticipo quali sono i prodotti in consegna. Faceva riferimento anche a quanto si sente accudita dalla nostra amministrazione per quanto riguarda ad esempio la gestione dei registri. E a me questa cosa ha fatto proprio piacere, mi è scivolata via tutta la fatica!
Ci sono anche altri segnali, per esempio quei volontari che tutte le volte che vengono a ritirare, ci portano qualcosa da mangiare per merenda, e non lo fanno per avere un “trattamento speciale” (ci mancherebbe!) ma proprio per una gratitudine che hanno nei nostri confronti.
Queste attenzioni ti danno lo stimolo per provare a fare sempre meglio, per cercare nuove idee su come fare per poter stoccare i prodotti o per distribuirli: abbiamo avuto delle idee per cui, senza stravolgerlo completamente, abbiamo cambiato il nostro lavoro e i benefici si vedono!»