Il settimo-primo compleanno di Simone
Se vi chiedessero a che età avete iniziato a festeggiare la vostra prima festa di compleanno, cosa rispondereste? «A un anno, forse due»? Forse andreste a vedere tra le foto degli album di famiglia: mamma e papà che vi tengono in braccio sorridenti davanti le candeline, gli zii che stanno ancora mangiando gli avanzi del buffet, gli amici di famiglia che vi guardano felici e orgogliosi.
Questa è la normalità. O meglio, dovrebbe essere la normalità.
Simone, quando ha festeggiato la sua prima festa di compleanno, di anni ne aveva già 7. Non c'erano mamma e papà con lui, ma gli educatori di Spazio47, nostra organizzazione partner (e la cui responsabile servizi Socio Assistenziali e Psicologa, Martina Pistone, è stata intervistata proprio da noi in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale) che, oltre a donare cibo per lui e per la sua mamma, al Centro aggregativo “Città dei ragazzi” a San Cristoforo di Catania ha ricreato quel compleanno mai festeggiato, quella normalità mai avuta. Perché Simone, che da sempre ha sofferto di disturbi del comportamento e di difficoltà a gestire la rabbia, quel giorno si è sentito felice, si è sentito sereno, si è sentito – finalmente e forse per la prima volta – un bambino.
Ma c’è ancora tanto da fare. Simone prova vergogna nel dire agli educatori che non può comprarsi la merenda come fanno gli altri bimbi, tristezza quando si vede solo nella sua stanza ad aspettare mamma che torna tardi da lavoro, rabbia nel pensare che la sua infanzia non potrà essere uguale a quella di chi non vive il dramma della povertà alimentare, sofferenza nell’immaginarsi il giorno del suo compleanno uguale a tutti gli altri giorni: da solo, arrabbiato, frustrato, nervoso.
È vero, c’è ancora tanto da fare… ma basta poco. Grazie al tuo contributo, possiamo far spegnere altre candeline sulla torta di Simone, e accendere i riflettori sulla povertà infantile. Per far vivere a Simone altri giorni felici e leggeri, che non siano solo quelli del suo compleanno, dona qui.