RI-PESCATO. Così nasce un progetto
Come si definisce il valore di un progetto? Ci sono criteri oggettivi e universalmente validi? Negli anni, ci siamo posti questa domanda molte volte, ma la nostra esperienza ci ha insegnato che il valore di un progetto si misura principalmente dall'ascolto del territorio e dalla capacità di rispondere a un bisogno reale e che nasce dal basso.
Anche la nostra storia è iniziata così: dalla consapevolezza che troppe persone non avevano accesso al cibo, mentre molte aziende distruggevano le eccedenze rimaste sugli scaffali o nei magazzini. Questa intuizione ha guidato ogni nostro passo, portandoci a creare progetti che rispondessero alle esigenze delle persone.
“Il progetto RI-PESCATO è nato proprio dall’ascolto del territorio e, in questo caso, da una telefonata arrivata dalla Capitaneria di Porto” racconta Vincenzo Palumbo, Responsabile Area Progetti di Fondazione Banco Alimentare.
Da queste telefonate sporadiche ci siamo così resi conto di un problema frequente nelle acque siciliane: il sequestro di pesce dovuto alla pesca illegale. Si stima che ogni anno in Italia vengono sequestrate oltre 500 tonnellate di pesce proveniente da attività abusive, che una volta confiscato viene distrutto.
Chi ci chiamava sentiva la necessità di fare qualcosa di più, non solo evitare lo spreco alimentare e risorse importanti ma dare un destino migliore a questo pesce d'eccellenza – come il tonno rosso – trasformandolo da un prodotto destinato al mercato nero a un mercato solidale” continua Vincenzo.
“Da questo desiderio è nata una catena virtuosa di recupero e solidarietà che coinvolge una rete di attori pubblici e privati, ognuno con un proprio ruolo fondamentale.
Quali sono le fasi di RI-PESCATO?
Dopo il sequestro, le autorità avvisano le OBA di riferimento, Sicilia (Catania) e Sicilia Occidentale (Palermo), poi si passa alla fase di controllo igienico-sanitaria da parte dei veterinari del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria e le verifiche dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia per accertarne l’idoneità al consumo.
Una volta arrivata la conferma, Banco Alimentare si occupa della evisceratura e porzionatura del prodotto ittico attraverso aziende specializzate, e successivamente della donazione a chi ne ha più bisogno attraverso le strutture caritative. L’impatto sulla comunità è elevatissimo perché permette di distribuire un prodotto sano e difficilmente reperibile per ragioni economiche.
Il progetto è nato nel 2019, e da allora continua grazie al contributo di Intesa Sanpaolo, che subito ne ha visto le potenzialità in termini di impatto sociale. Altra caratteristica che definisce il valore di un progetto è infatti la capacità di durare nel tempo e di crescere sempre più. Dagli 8 mila kg recuperati nel 2019, siamo passati ai 55 mila nel solo primo semestre del 2024.
RI-PESCATO cresce grazie alla buona volontà, all’impegno e alla passione di tutti i soggetti coinvolti, dall’amministrazione pubblica, al finanziatore privato e alla rete di organizzazioni non profit sul territorio, che portano a un risultato sorprendente. A pensarci bene lavorare per una realtà come Banco Alimentare significa mettere insieme tanti pezzi di un puzzle più grande e prendersi il rischio di investire nelle opportunità che arrivano, come una telefonata, una segnalazione, un problema e trasformarli in aiuto alimentare.
Il mio lavoro a volte può essere molto tecnico e burocratico ma cerco di non dimenticare mai che dietro ogni documento ci sono le storie delle persone che potremmo aiutare, che abbiamo già aiutato e che continueremo a supportare con la nostra preziosa rete” conclude Vincenzo.
Una goccia nel mare del bisogno che insieme diventa forza inarrestabile.